Sotto copertura: la FIA studia la gabbia di titanio per proteggere il casco

sabato 19 maggio 2012 · Tecnica
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La FIA continua a investire nel progetto di ricerca per la protezione del casco negli urti frontali. L’anno scorso già ha testato il cupolino integrale che Autosprint in eccesso di ottimismo editoriale aveva dato per certo già nel 2012. Charlie Whiting ha ripreso l’argomento con la BBC, perché il cupolino ha superato i collaudi però non convince dal punto di vista pratico.

“Il cupolino – spiega Whiting – dei problemi potenziali, principalmente per quello che riguarda la visibilità perché per chi guida rischia di produrre un’immagine distorta. Ci sono anche problemi di peso, oltre che complicazioni nell’estrazione del pilota”.

La FIA perciò adesso si è spostata verso la valutazione di una struttura in titanio che viene applicata sul musetto anziché intorno all’abitacolo. Dal 2011 il regolamento impone un secondo cavo di ritenzione per ogni ruota, quindi in teoria il rischio delle gomme volanti è ridotto. Tuttavia i pneumatici restano gli oggetti più pericolosi, per cui nel test di resistenza se ne spara uno verso la struttura di protezione.

Nell’urto con la gabbia di titanio, la gomma si fora e viene deviata. Resta il problema della visibilità perché la visuale del pilota è ostacolata dai tubolari, oltre al fatto che attraverso la gabbia può sempre infilarsi un corpo contundente e produrre gli effetti dell’incidente di Massa a Budapest nel 2009.

L’idea di modificare l’aspetto delle macchine di Formula 1 con le protezioni per il casco qualche polemica l’ha sollevata. Rivela Alex Wurz: “Ho sentito che qualcuno ritiene che una soluzione del genere è contro la tradizione“.

Wurz da ex pilota collabora con l’Istituto della FIA per la sicurezza. Alle critiche risponde: “Allora per rispettare la tradizione dovremmo correre con i motori davanti, coi cappellini di cuoio, senza cinture di sicurezza e senza controlli di qualità. Non è compatibile con la responsabilità sociale che c’è oggi. Non si possono bloccare le innovazioni per la sicurezza solo perché rompono la tradizione”.

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