Silverstone, il giallo delle gialle: Alonso, la Ferrari e l’accesso furbo in Q3

lunedì 9 luglio 2012 · Gran Premi
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Vale tanto una pole position, vale anche di più se arriva alla fine di una sessione a cui teoricamente si rischiava di non accedere. A Silverstone la Ferrari tornava davanti a tutti per la prima volta dal Gran Premio di Singapore del 2010. Pure quella era stata una pole al cardiopalma, con l’angoscia del motore.

In Inghilterra invece il Cavallino era in allarme in Q2 dove sia Alonso che Massa, prima che la pioggia causasse la sospensione, si trovavano in knock-out zone, per cui l’ultimo segmento di qualifica rischiavano di non correrlo affatto.

Poi il recupero, con un retroscena. Perché quando riprende la sessione, Romain Grosjean insabbia la Lotus all’ultima curva e determina l’esposizione delle bandiere gialle. Di fatto la classifica sarebbe congelata perché nei tratti in cui i commissari segnalano un pericolo è imposto il rallentamento.

Fernando invece in quel momento fa registrare il miglior crono personale, quello che gli permette di recuperare e portarsi tra i primi 10 che partecipano alla Q3 per l’assegnazione della pole.

Dai rilevamenti risulta che Alonso completa l’ultimo settore, quello con le bandiere gialle, in 33.313 secondi. In condizioni normali era stato 3 millesimi più veloce. Per la lettera del regolamento, bastano per dimostrare che Fernando non ha migliorato e quindi non è esposto al rischio di sanzione.

Spiegava Matador: “La Q2 è stata delicata. Direi stressante”. Alonso il rischio se l’era preso anche nel 2009 a Suzuka: lì la FIA l’arretrò insieme con Barrichello, Button, e Sutil per aver tenuto giù il piede dopo la Spoon Curve nonostante le segnalazioni dei commissari. La pratica di fregarsene delle bandiere gialle per fare il tempo in qualifica resta un pericolo.

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