Da Senna a Raikkonen, i team radio più spassosi e quelli più maliziosi

lunedì 12 novembre 2012 · Amarcord
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“Lasciatemi in pace, so quello che faccio”. Campeggia su cinquecento magliette, una per ciascun dipendente della Lotus. Le ha fatte stampare Kimi Raikkonen: un omaggio al team, ma anche un modo originale per fissare la frase che ha urlato via radio alla squadra che continuava a dargli istruzioni sulla gestione delle gomme.

Da domenica pomeriggio il team radio di Iceman è impresso nella storia, affianca altri casi che hanno fatto epoca, un po’ per spasso, un po’ per malizia.

Brasile 1991. Ayrton Senna vince per la prima volta la gara di casa. Il cambio della McLaren è fuori uso: la sesta marcia alla fine della corsa è l’unica che sopravvive, mentre su Interlagos comincia a cadere pure la pioggia. Ayrton quando taglia il traguardo lancia un urlo sovrumano nella radio: un mix di gioia e dolore che mette i brividi.

Austria 2001. A Zeltweg c’è un cerbiatto che va a spasso per la pista. La Williams informa Montoya: “Stai attento, c’è un cervo in giro, non abbiamo capito esattamente dov’è”. E per chiarire: “Sai, è una specie di cavallo con le corna”.

Giappone 2007. Al Fuji, sotto un diluvio assurdo, Mark Webber paga le conseguenze dell’abbuffata di sushi che si è fatto la sera prima. Chiama i box e racconta: “Sto vomitando”. A mettere fine allo strazio ci pensa Vettel, che all’epoca guida la Toro Rosso: gli assesta una bella tamponata e lo fa ritirare.

Australia 2009. La McLaren protesta contro il sorpasso che Hamilton subisce ad opera di Trulli in regime di bandiere gialle. Poi Lewis viene squalificato sulla base del team radio in cui è il muretto a chiedergli di dare strada a Jarno.

Germania 2010. La Ferrari chiama Massa che è al comando della corsa e gli fa notare: “Fernando è più veloce”. Felipe allora rallenta e lascia sfilare l’altra rossa. Maranello per i giochi di squadra subisce un’inchiesta che poi si chiude con un nulla di fatto. E che porta la FIA a liberalizzare gli ordini di scuderia.

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