Non solo Red Bull: giochi di squadra a Melbourne e Sepang. E Massa sospetta

martedì 2 aprile 2013 · Gran Premi
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La FIA li accetta dal 2011, i tifosi invece non sono unanimi. Ogni team interpreta i giochi di squadra a modo suo, per scambiare le posizioni o per proteggerle. Non c’è nemmeno da scavare nella storia: tra Melbourne e Sepang gli ordini del muretto non li ha impartiti solamente la Red Bull.

Caterham. Al giro 13 del Gran Premio d’Australia, Pic raggiunge van der Garde che è più lento e in griglia gli è partito davanti. Il team è chiarissimo. Dice a Pic: “Usa il DRS, [van der Garde] ti farà passare sul rettilineo principale”.

Force India. Sempre a Melbourne, Sutil perde contatto coi big dopo l’ultimo pit-stop. Lo raggiunge Di Resta che però riceve dai box l’ordine perentorio di non attaccare: “L’ho trovato scorretto. La squadra mi ha impedito di spingere all’ultimo giro”.

Williams. Ancora Melbourne, dal primo pit-stop Maldonado esce alle spalle di Bottas che via radio viene catechizzato: “Pastor è più veloce, non bloccarlo”. Lui però fa orecchio da mercante. Maldonado si spazientisce, perde terreno, va in testacoda e si ritira.

Mercedes. In Malesia mentre si consuma il dissidio tra Vettel e Webber, in terza posizione Hamilton non ha il ritmo di Rosberg che lo aggancia e vuole passarlo. Brawn però lo tiene a freno e deve intervenire più d’una volta via radio. E Nico quando taglia il traguardo replica: “Questa ricordatevela”.

Ferrari. Secondo Massa, il muretto ha giocato contro di lui in Australia quando Alonso lo tallonava e non riusciva a passarlo: “Non sono soddisfatto. Quando stai lottando con una macchina che ti sta dietro e all’improvviso la vedi che si ferma ai box con tanto anticipo… Era un rischio per lui, ma ha funzionato”. Gli ha risposto indirettamente Andrea Stella a SkySport: “Dovevamo passare Vettel e quello ci sembrava l’unico modo per farlo”. Infatti ha funzionato.

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