Pirelli al contrattacco: “Colpa dei team”. Ma il campionato cambia gomme

giovedì 4 luglio 2013 · Tecnica
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L’intenzione se l’era fatta sfuggire Massa: “Boicottaggio? Non lo so, non voglio creare un caso. Però potremmo farlo”. Silverstone l’effetto shock l’ha prodotto, ma la possibilità che i piloti incrocino le braccia in Germania resta minima. Fatto sta che Pirelli dopo la corsa si è presa due giorni per analizzare le carcasse dei pneumatici che sono esplosi in Inghilterra e poi ha attribuito il disastro di Silverstone ad una serie di fattori combinati.

Punto uno: la tattica di invertire le gomme tra destra e sinistra per recuperare l’aderenza del battistrada dei pneumatici già rodati. Lo fa di certo la Mercedes con le posteriori. Pare lo facesse la Red Bull anche per le anteriori. Pirelli ad ogni modo ritiene che la pratica sia troppo diffusa. E sottovalutata nella sua pericolosità: “Anche da noi – dice il marchio della Bicocca – che non l’abbiamo proibita”.

La cintura del pneumatico infatti non è simmetrica, per cui l’inversione delle gomme porta verso l’esterno la parte che invece è dimensionata per le sollecitazioni minori e la spalla esterna lavora in condizioni di stress che si accentuano nelle curve da alta velocità. Per esempio la successione da Maggotts a Chapel sul circuito di Silverstone, dove il rischio era anche più alto per via del fatto che per recuperare aderenza i team stavano impiegando pressioni di gonfiaggio più basse di quelle raccomandate e angoli di camber più ampi.

Oltre al fatto che Pirelli resta convinta che la struttura della posteriore sinistra venisse progressivamente indebolita dal passaggio sul cordolo della curva 4. Circostanza che Derek Warwick, dalla presidenza del British Racing Drivers Club che gestisce Silverstone, dice sia “assoluta spazzatura”.

La questione dell’angolo del camber comunque si era già sollevata nel 2011 in Belgio, dove la Red Bull si era spinta troppo oltre rispetto ai dettami di Pirelli che perciò da Monza in poi aveva cominciato a consigliare parametri più conservativi. Valori che alla fine le squadre non rispettano perché Pirelli non ha il potere di imporli. Perciò, “chiediamo – scrive oggi la P lunga – che su questo aspetto vengano effettuati controlli da un delegato dedicato”.

Perché su un punto Paul Hembery è categorico: “Le gomme del 2013, se vengono usate nel modo corretto, sono perfettamente sicure“. Un atto d’accusa che alla fine Pirelli smorza nei toni con un secondo comunicato in cui precisa che l’intenzione di contestazione non c’è perché “le squadre si sono sempre mostrate collaborative”.

Adesso, comunque, si cambia. Al Nürburgring corrono le gomme testate nelle libere di Montréal, con la vecchia cintura di kevlar. A Budapest si completa la riforma e si torna alla struttura del 2012, simmetrica rispetto all’asse longitudinale. Le mescole invece restano quelle del 2013. Un mix inedito che nessuno ha sperimentato ancora.

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