Nasi kitsch, la Fia approva la forchetta asimmetrica della Lotus. Come funziona

giovedì 30 gennaio 2014 · Tecnica
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Usano Twitter in modo disinvolto, fanno ironia e autoironia. Perciò il sospetto della frode mediatica s’è insinuato subito. Invece è autentica l’immagine che l’ufficio stampa della Lotus ha smistato per rispondere al richiamo della moda dei musetti kitsch, in alternativa – per citarne un po’ – alla proboscide d’elefante della McLaren, all’aspirapolvere della Ferrari e allo sperone della Red Bull.

Il regolamento dice che i musetti devono avere una sola estremità e per ragioni di sicurezza la punta deve stare a 185 mm dal piano di riferimento. Tutte le squadre hanno scelto la strada più logica: portare la punta del naso all’altezza minima e restringerla per non danneggiare il flusso d’aria. Contemporaneamente per assicurare che la struttura reggesse il crash-test frontale hanno prodotto tutta una serie di protuberanze stravaganti.

Nick Chester invece ha costruito una forchetta asimmetrica. Ha allungato i montanti dell’ala, li ha usati per creare la struttura antiurto. Ma l’estremità di destra è più avanzata, per cui ai sensi del regolamento è l’unica che viene considerata una punta a tutti gli effetti. In mezzo, dove gli altri hanno dovuto piazzare un becco, un moccolo oppure un pistolino, resta un vuoto per l’alimentazione dell’aria sotto il fondo.

Di base, è l’idea che aveva concepito Antonia Terzi per la Williams del 2004. Il tricheco. All’epoca era un’innovazione; quella della Lotus piuttosto è una sfida, oltre che un rischio. Tant’è che la E22 ci ha messo più del dovuto per superare i crash test e non è scesa in pista a Jerez de la Frontera.

La casella mail della Fia nel frattempo è andata in tilt perché gli avversari – oltre che i giornalisti – chiedevano se l’idea fosse legale. Lo è, l’ha fatto sapere Charlie Whiting nel corso della prima giornata di test e l’ha ribadito alla stampa francese. Gli altri adesso la stanno valutando.

La Toro Rosso ci era arrivata prima di tutti: “Non esattamente quello che ha fatto la Lotus – dice James Key ad Autosport – ma molto simile. In teoria funziona, ma nella pratica ha degli svantaggi, quindi siamo andati su un concetto più sicuro. Loro evidentemente hanno trovato una soluzione”.

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