Sakhir come Jerez: Red Bull e Renault ancora dietro, ancora in panne

mercoledì 19 febbraio 2014 · Test
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Cominciano con trenta minuti di ritardo i test della seconda sessione invernale, a Sakhir fino a sabato: disguido – riferiscono gli inviati – sul posizionamento dei commissari di percorso. Cominciano anche più tardi i test della Red Bull che aspetta quasi cinque ore per scendere in pista perché i meccanici ci mettono più del previsto ad assemblare la macchina di Vettel.

Cambia la location delle prove, persistono i problemi dei campioni del mondo: Vettel prima del tramonto fa solo 14 giri senza un crono di rispetto, si ferma in pista a un’ora dalla fine delle prove, deve usare lui stesso un estintore per spegnere un principio d’incendio al retrotreno, com’era capitato a Jerez a gennaio.

Newey alla fine l’aveva ammesso: “Il raffreddamento va rivisto, abbiamo esagerato con un assemblaggio troppo aggressivo“.

La Red Bull perciò è arrivata in Bahrain con due configurazioni nuove che ridisegnano il telaio soprattutto al retrotreno. Resta tuttavia il nodo del surriscaldamento dell’unità della Renault e del pacco batterie. Indipendentemente da chi la monta.

Infatti non vanno lontano nemmeno le altre squadre della losanga: la Lotus nella prima uscita pubblica dopo il test di Jerez a porte chiuse mette insieme solo sette giri, la Toro Rosso ne fa sette. A sorpresa, è la Caterham che nel parterre della Régie si difende e fa 58 giri con Robin Frinjs.

Gli altri. Hulkenberg in testa, Alonso secondo. Massa che nell’ultima giornata a Jerez era stato il più rapido con la Williams resta in panne per un problema di pescaggio della benzina.

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