Appunti di corsa: il mal di pancia di Raikkonen e gli sbuffi di Hamilton

lunedì 26 maggio 2014 · Gran Premi
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Immagini che si mischiano, presente e passato: lo striscione gigante che ricorda Jack Brabham, la passeggiata di Hakkinen, Prost e Stewart davanti ai box, mentre Lauda se la fa addosso a pensare a quei due, a Rosberg e Hamilton che si portano dentro la tensione delle qualifiche.

Il cielo è grigio. Può darsi che piova. Raikkonen ha mal di stomaco ma parte. Non parte invece Maldonado che si pianta e si fa spingere. Tutto regolare davanti, Rosberg e Hamilton non fanno danni. Vettel e Raikkonen freddano Ricciardo. Sbatte Perez. È già safety car.

Quattro giri di trotto e si riprende. Vettel ha il cambio bloccato, gli stanno montando i pezzi di Webber. È doppiato, è fuori, è furioso. C’è un secondo tra Rosberg e Hamilton, tiene botta Raikkonen, altro che mal di pancia. Comincia la lagna di Hamilton sul graining, mentre Rosberg fa un bloccaggio al Mirabeau, quasi come quello delle qualifiche, ma la macchina stavolta la tiene in pista. Hamilton lancia altri allarmi: “Non sento il motore”.

Venti giri e non succede niente. Chi aspetta le soste, chi aspetta la pioggia, chi aspetta i miracoli. Marc Gene su SkySport spiega le strategie, ma si capisce solo lui. Sutil picchia fuori dal tunnel, l’ha finita di fare il fenomeno col casco hippy. Safety car, ancora. E tutti ai box. Vergne per un niente non prende Magnussen, Chilton invece è precisissimo quando pizzica la posteriore destra di Raikkonen che da terzo va a finire in coda. Adesso il mal di pancia ce l’ha davvero.

Riparte la corsa, le Mercedes scappano un’altra volta. Il quadro non cambia e se n’è andata metà gara. Viene fuori la variabile benzina. Chiedono a Rosberg di darsi una calmata sulle cambiate altrimenti non arriva alla fine. Avvisano anche Hamilton, deve modificare il settaggio dell’ers. Provano a tenerli tranquilli. Al muretto se la fanno addosso sul serio. La regia pesca Lauda che si mangia unghie e mani.

Si mettono di mezzo i doppiaggi, l’olio di Vergne e quello di Bottas. Il cielo è più nero, ma la pioggia non arriva. Si gira Gutierrez che prende il guard-rail della Rascasse. Hamilton ha qualcosa nell’occhio, Ricciardo l’incalza, è il più veloce in pista. È un inseguimento deciso, Hamilton nei doppiaggi ha perso il ritmo e non lo trova. Adesso Rosberg è fuori portata, il problema diventa Ricciardo. Che comunque ha bisogno di una follia e non ci prova nemmeno.

Rosberg fa il bis del 2013. Se l’è guadagnata. Solo quattro arrivano a pieni giri. Suonano le sirene sugli yacht. Hamilton si beve lo champagne da solo. Sente ancora la puzza dell’imbroglio per la pole che ha perso sabato. Non ha piovuto. La burrasca è nel box della Mercedes.

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