Arrivi e partenze, di tecnici e piloti: come cambiano le squadre per sfidare la Mercedes

sabato 7 marzo 2015 · Mercato
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Guardano dall’alto le manovre degli altri, le interpretano come un successo nel successo. Lo diceva John Owen, il capo progettista della Mercedes agli Autosport Awards a dicembre: “Pare che i nostri rivali abbiano licenziato metà del personale. Quindi significa che sono un po’ in difficoltà“. Ecco come si riorganizzano i big per sfidare la stella d’argento.

Red Bull. La mossa impulsiva di Horner, che a Suzuka con rabbia risponde all’annuncio dell’addio di Vettel, promuove Kvyat di fianco a Ricciardo. Sul piano tecnico si concretizza il defilamento di Adrian Newey e adesso sono in quattro a fare quello che faceva lui prima: Rob Marshall in testa, poi Dan Fallows, Pierre Wache e Paul Monaghan.

Ferrari. Innumerevoli le uscite, si fa prima a dire chi è rimasto: praticamente Raikkonen e Allison. Vettel la nuova punta, Marchionne il nuovo presidente, Arrivabene il nuovo team boss. E il Cavallino strappa Jock Clear alla Mercedes per dargli il posto di Pat Fry.

McLaren. Risponde con l’acca dell’Honda. Alonso da Maranello si porta Andrea Stella. Esce Doug McKiernan: l’aerodinamica adesso è nelle mani di Peter Prodromou, l’ex guru della Red Bull, una volta era il braccio destro di Newey.

Williams. Il riassetto delle qualifiche tocca più reparti. Ma gli innesti più importanti sono due: Dave Robertson arriva dalla McLaren, lascia Button per seguire Massa; Steve Nielsen è il nuovo direttore sportivo, un ex della Toro Rosso.

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