Le sfide (quasi) impossibili: aerei contro automobili, da Nuvolari a Schumacher

martedì 8 dicembre 2015 · Amarcord
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Non ci sono segreti, l’ha sempre sostenuto Bill Vukovich: “Semplicemente, si spinge a fondo l’acceleratore”. A prescindere da quello che guidi.

Per dire: 8 dicembre 1931, si sfidano in accelerazione l’Alfa Romeo 8C 2300 di Tazio Nuvolari e il biplano Caproni CA-100 di Vittorio Suster all’aeroporto del Littorio di Roma. Fra le personalità c’è Filippo Tommaso Marinetti, che sull’elogio di tecnica e velocità ha costruito il Manifesto del Futurismo: “Un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia. Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante”.

C’è un circuito, bisogna fare cinque giri, 17 chilometri in totale. L’aereo deve seguire in volo l’andamento della pista. Le cronache non sono proprio precisissime, comunque vince l’aereo, ci mette 6 minuti e 12, batte di qualche metro l’auto di Nuvolari.

La sfida si rinnova cinquant’anni dopo: 22 novembre 1981, aeroporto di Istrana nei pressi di Trieste, stavolta a terra c’è Gilles Villeneuve sulla Ferrari 126 CK senza ali. Lo sfidante è un F-104 dell’Aeronautica Militare in diverse configurazioni, quella più pesante con quattro serbatoi supplementari, pesa oltre dieci tonnellate, quella media con due serbatoi alari e quella leggera in configurazione pulita, comunque otto tonnellate.

Si parte da fermi e si coprono mille metri. Vince Villeneuve. E forse non è un caso che lo chiamassero l’aviatore. Fa 17.80, batte di un decimo l’aereo in configurazione più scarica.

È un confronto tra eccellenze italiane che si ripete nel nuovo millennio: 11 dicembre 2003, aeroporto militare Corrado Baccarini di Grosseto, la Ferrari perde con Michael Schumacher la sfida in accelerazione sui 900 e sui 1200 metri contro l’Eurofighter dell’Aeronautica con Maurizio Cheli alla cloche. Si aggiudica solo il confronto sui 600 metri, per due decimi.

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