Spy-story reloaded: Mercedes accusa, Ferrari nega. Solo fumo o c’è l’arrosto?

domenica 13 dicembre 2015 · Dal paddock
tempo di lettura: 2 minuti

Difficile stabilire dove finiscono i fatti e dove cominciano le paranoie. Le cose, comunque, stanno così: c’è questo tipo, Benjamin Hoyle, che fino al mese di aprile ha lavorato per il reparto motori della Mercedes. Fino ad aprile perché quando ha informato la dirigenza dell’intenzione di cambiare squadra, la stella d’argento l’ha spostato su altre mansioni.

L’ha dislocato sul Dtm, gli ha dato un nuovo computer e gli ha interdetto l’accesso ai dati dello sviluppo. Lui invece è riuscito a mettere le mani su file molto più recenti, attraverso “azioni calcolate – scrive la Mercedes – per distruggere o danneggiare seriamente il rapporto di fiducia”.

In giro si dice avesse le relazioni sui danni ai motori e la telemetria del Gran Premio d’Ungheria che s’è corso a luglio. E pare avesse anche materiale cartaceo.

Di qui l’azione legale e il capo d’accusa. Ma a Stoccarda si sono anche attivati per bloccare il trasferimento di quelle informazioni che potenzialmente costituiscono “un vantaggio illegale”, per Hoyle e soprattutto per la squadra con cui ha intenzione di firmare. La Ferrari.

Maranello da parte sua attraverso un portavoce ammette le trattative per l’ingaggio di Hole, ma precisa: “Nessun contratto è stato firmato. Le sue azioni riguardano solo la sua persona e la società per la quale stava lavorando”.

Non è il marasma della spy-story di Stepney e Coughlan, o perlomeno non ancora. Perché resta da capire se Hoyle, senza contratto d’accordo, non avesse per caso qualche compare già dentro. Per dire: nemmeno Stepney nel 2007 era sul libro paga della McLaren. Ma faceva da tramite.

Coughlan, Ferrari, Mercedes, spy-story, Stepney,