Aero rakes, a che servono quelle rastrelliere di sensori sulle macchine di Formula 1

lunedì 7 marzo 2016 · Tecnica
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Si vedono spesso nei test, raramente nelle prove libere nei weekend di Gran Premio. Destano sempre tanta curiosità per quanto sono buffe, sembrano un’idea originale per difendersi dai sorpassi.

Si chiamano aero rakes nel gergo anglosassone del motorsport, sono queste rastrelliere giganti che le macchine di Formula 1 montano sulle fiancate con finalità di analisi aerodinamiche.

Ogni griglia è un mosaico di tubi di Kiel per la misura della pressione delle correnti fluide. In termini più semplici, una rete di sensori che ricreano la mappa dei flussi che scorrono intorno alla vettura.

Si installano ai lati dell’abitacolo, in questo modo si valuta il disturbo aerodinamico indotto dalle ruote anteriori e al tempo stesso si tracciano i profili verso il retrotreno e l’ala posteriore. Esperimenti che normalmente si fanno in galleria del vento, ma oggi le regole vincolano anche quelle, per cui può succedere che qualcuno vada in pista per cercare una correlazione con le stime dei computer.

A Barcellona dei test del genere li hanno fatti sia Ferrari che Red Bull. La McLaren invece per verificare l’aerodinamica ha impiegato l’intramontabile vernice fluorescente alla paraffina. Usandone anche diverse tonalità. Tant’è che la macchina di Alonso giovedì pomeriggio dopo l’ultima sessione pareva un arcobaleno di colori.

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