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Melbourne, nuove qualifiche: un fallimento totale. E si parla già di cambiarle. Ecco perché

sabato 19 marzo 2016 · Gran Premi
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A 5 minuti dalla fine del Q3 c’era già la classifica definitiva, i piloti già si pesavano e la bandiera a scacchi sventolava sul niente. Aveva due obiettivi il nuovo copione delle qualifiche: fare più spettacolo e scombinare le gerarchie. Li ha falliti entrambi. “Cambiare tutto per lasciare tutto com’è”, scriveva Tomasi di Lampedusa.

È successo che quando i big hanno percepito che la prestazione non era migliorabile, si sono fermati per risparmiare le gomme: “Ne abbiamo poche”, si giustifica Hamilton. Le Ferrari fanno un giro ciascuna e si arrendono, le Mercedes di riflesso avendo la prima fila in tasca rientrano ai box. Fine dei giochi e dello show.

Horner ai microfoni di SkySport si scusava a nome della Formula 1, implicitamente a nome delle squadre che hanno concepito un’idea che non funziona:

We should apologise to fans, as that’s not what qualifying should be. The intentions were well meaning but we have to accept we got it wrong, accept it quickly, and we should go back to what we had in time for the next race, as what we had was not good for Formula 1.

Qualifying should build up to a crescendo. So it’s not achieved what the objective was and it’s taken away the spectacle.

Adesso si pensa di tornare al vecchio sistema, Mike Gascoyne via Twitter propone una soluzione ibrida, Q1 e Q2 con l’eliminazione continua e Q3 tutti insieme come prima. Sarebbe il formato che i piloti hanno discusso con Whiting a Barcellona in riunione straordinaria durante i test. Ma in cantiere ci sono anche altre idee. Ad ogni modo, qualcosa si farà, lo promette Ecclestone ad Autosport. A ‘sto punto non è un’eresia nemmeno il Q3 con giro secco, la vecchia proposta di F1WEB.it.

Intanto a Melbourne finisce con Hamilton in pole, sempre primo in tutte le sessioni di prove e in tutti i segmenti di qualifica: “Il team ha alzato ancora l’asticella, ho fatto dei giri troppo sexy”.

Raggiunge la sala stampa a bordo della macchina della Fia, culo sullo sportello e busto fuori dal finestrino per salutare i tifosi, in barba a quello slogan sul lunotto posteriore che ribadisce la campagna della Federazione sulla sicurezza stradale. Impenitente. Dopo il video selfie in moto non sorprende più niente.

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