Ferrari, tornano i fantasmi sul cambio. Ma la rossa in Giappone non era da podio

martedì 11 ottobre 2016 · Gran Premi
tempo di lettura: 2 minuti

Non era da buttare la Ferrari in Giappone, ma non era neanche quel fulmine che dipingono i comunicati ufficiali e le interviste nel retrobox. Perché Vettel ha il giro record su gomma morbida, Raikkonen con le dure valeva quanto Rosberg, ma è vero pure che la Mercedes correva di riserva.

Vettel sostiene che le novità – turning vanes, sostegni dell’ala e nuovi profili all’anteriore – hanno funzionato e il progresso della Ferrari è genuino. E Raikkonen: “Tutto sommato, in Giappone abbiamo avuto una buona macchina. Con meno traffico poteva anche andare meglio”.

Difficile. Seb alla fine paga 15 secondi dal podio, con onestà lui l’ammette: “Guardando il gap, non importa”. Piuttosto, la lingua torna a battere dove duole il dente dell’affidabilità, perché la rossa a Suzuka ritrova i fantasmi delle magagne tecniche che non ha mai sistemato.

Per cui mentre sabato la qualifica finiva con le rosse in seconda fila, domenica al via al posto loro c’erano le Red Bull, dal momento che Vettel scontava tre posizioni di retrocessione per l’incidente con Rosberg in Malesia, Raikkonen cinque per la sostituzione del cambio che già troppe noie ha portato al reparto tecnico: Sochi, Spielberg, Silverstone nel caso di Vettel, pure Singapore per precauzione dopo il disastro della qualifica per il guasto alla barra antirollio.

Prima che scattasse il coprifuoco tra sabato e domenica, nel garage di Suzuka la scuderia aveva già smontato e rimontato tutta la trasmissione, nella speranza che dopo le prove ufficiali quell’anomalia sulle temperature dell’olio rientrasse sotto la soglia critica.

Poi domenica mattina, alle 9 e 4 minuti, la richiesta della sostituzione per un componente che ancora doveva fare le sei gare consecutive che prescrive il regolamento. Di qui l’applicazione della penalità che ha spedito Raikkonen in P8. Bruciando quella vana chance di tenere testa alle Mercedes che correvano senza il bottone magico dopo il flop di Sepang.

Ferrari, Mercedes, Raikkonen, Suzuka, Vettel,