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Halo, aeroscreen e scudo trasparente, quel percorso a ostacoli per proteggere gli abitacoli

giovedì 27 aprile 2017 · Regolamenti
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C’è un nuovo stop nell’iter della pratica sulla protezione dell’abitacolo. Gruppo Strategia e Commissione Formula 1 nell’ultimo meeting, il 25 aprile a Parigi, respingono definitivamente l’halo che la Fia pensava di lanciare già quest’anno e che poi all’ultimo momento era finito in naftalina.

Le squadre si spostano sulla valutazione di un concetto nuovo, in anteprima l’hanno visto a Shanghai, in pista comunque ancora nessuno l’ha provato.

La Fia lo chiama shield, è uno scudo trasparente che non chiude integralmente l’abitacolo e tutto sommato richiama l’aeroscreen della Red Bull, l’alternativa su cui l’halo aveva vinto l’anno scorso.

Nessuna traccia invece di un interesse neanche ufficioso per la soluzione che aveva proposto Enrique Scalabroni, un’idea futuribile quanto ambiziosa, una cupola sopra la testa del pilota e uno schermo sul musetto, entrambi a scomparsa.

Sul destino dell’halo pesa il referendum di gennaio, il voto ufficiale dei piloti via email dopo un sondaggio confuso nel briefing di Budapest.

Alla fine la Federazione ha scritto ai titolari, secondo stampa inglese e americana ha avuto 16 risposte, solo 5 a favore, 7 contro, più 4 schede bianche.

Che sia halo, aeroscreen o shield, l’impressione è che rispetto alla prospettiva di migliorare la sicurezza passiva, una frangia dei piloti sia contraria a prescindere. Tipo Hamilton, Kvyat, Magnussen e Grosjean.

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