Perché i piloti non possono indossare gioielli… e perché tutti gli indumenti devono essere ignifughi

sabato 9 aprile 2022 · Regolamenti
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Uno degli episodi della nuova serie di Netflix mostra George Russell con una t-shirt ordinaria sotto la tuta, ma non è chiaro se poi abbia guidato davvero. Parte da questo caso, evidentemente, il giro di vite della Fia su un requisito che comunque nel regolamento c’è sempre stato: l’obbligo che tutti gli indumenti – scarpette, guanti, sottotuta e balaclava, intimo incluso – siano ignifughi. Non soltanto l’uniforme, che può non bastare in un rogo come quello di Grosjean a Sakhir nel 2020.

L’ha ribadito Niels Wittich nelle note della Fia alla vigilia del weekend di Melbourne. Sottolineando anche un altro punto, il divieto di indossare gioielli e piercing, che possono peggiorare le ustioni e, in casi estremi, ostacolare l’estrazione del pilota dall’abitacolo. Testualmente:

The wearing of jewellery in the form of body piercing or metal neck chains is prohibited during the competition and may therefore be checked before the start.

Pure questa è una norma di lunga data che risale al 2005, nasce come un invito e poi viene recepita formalmente dal codice sportivo, appendice L, capitolo terzo, articolo 5. Ma nessuno l’ha mai considerata e applicata, almeno in Formula 1 perché invece la Fia alcune azioni punitive le ha già prese in Formula E. Albon dice:

We had a 1.5 hour driver briefing last night, and 35 minutes was spent on how we can’t wear underwear in the car anymore.

A Melbourne è sembrata una puntualizzazione ad personam verso uno che da sempre – per collanine, anelli e piercing vari – è il più agghindato del paddock, cioè verso Hamilton che alla fine si riscopre bullo e ci scherza: “Ho piercing dove nemmeno vi immaginate. Ne metterò pure degli altri”.

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