Quel progetto di ricostruzione della Ferrari in cui Carlos Sainz non è mai stato un elemento

venerdì 2 febbraio 2024 · Mercato
tempo di lettura: 2 minuti

Mercoledì c’era un indizio – involontario chissà fino a che punto – nel promo dei prodotti in edizione limitata di Peroni in collaborazione con la Ferrari, una macchinina rossa col numero 44 che fu di Trintignant nella vittoria di Monte Carlo del ’55 e che oggi è solo e sempre il numero iconico di Lewis Hamilton.

Tempo 24 ore e Maranello chiudeva un’operazione sportiva e commerciale senza pari per livello e impatto, riprendendosi – in un certo senso – il 44 che fu.

Così, alla fine s’è pure capito perché non ci fosse fretta di rinnovare con Sainz, lui pretendeva un biennale, la squadra invece trattava nientemeno per trombarlo:

Abbiamo ancora una lunga stagione davanti a noi e, come sempre, darò tutto per la squadra e per i tifosi di tutto il mondo. Annunceremo notizie sul mio futuro quando sarà il momento.

In questi termini, senza polemica e con decoroso distacco, Sainz giovedì sera prendeva atto degli sviluppi del mercato che lo tagliano fuori da un progetto di ricostruzione aziendale in cui, a dirla tutta, alla luce delle opzioni che venivano progressivamente assicurate a Leclerc, lui comunque non è mai rientrato: “È il grande perdente di tutta questa operazione”, osserva Villeneuve alla Gazzetta.

Adesso la destinazione più ovvia sembra la Sauber, per due ragioni almeno: il ricongiungimento con Seidl e Key con cui ha lavorato ai tempi della McLaren, ma soprattutto la prospettiva di correre sotto la gestione solida dell’Audi a partire dal 2026. Magari coi galloni del capitano che nessuno gli ha mai concesso.

Audi, Ferrari, Hamilton, Sainz, Sauber,