Hispania a picco, non è sulla lista della FIA: (brutte) storie di debiti, rischi e risse

domenica 2 dicembre 2012 · Politica
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L’iscrizione al campionato del 2013 bisognava presentarla entro il 30 novembre, secondo le nuove condizioni che alzano la quota di partecipazione e anticipano le scadenze. La FIA sabato ha diramato la lista delle squadre, che scendono a 11 perché l’Hispania non c’è.

Sorpresa? Mica tanto. Pedro de la Rosa al Gran Premio del Brasile diceva: “Nessuno di noi sa quello che può succedere alla squadra, ma bisogna ipotizzare che il team andrà avanti”. Invece il team non solo ha bloccato il lavoro in fabbrica, ma ha pure rescisso il contratto ai dipendenti.

L’Hispania è il risultato di un’operazione che parte nel 2009 quando la FIA apre il bando per selezionare tre squadre nuove, all’epoca c’è ancora Max Mosley. Adrian Campos vince un posto in griglia, poi lo passa a Jose Ramon Carabante che a sua volta alla fine del 2011 lo lascia a Luis Pérez Sala. Ma da una dirigenza all’altra il quadro finanziario resta sempre uguale: precario.

Per esempio l’Hispania non trova mai i fondi per investire nel kers. A Melbourne a marzo si presenta senza nemmeno un chilometro di test, e non supera la tagliola del 107% in qualifica. Ad Austin tutto il paddock sa che il bilancio è in rosso per almeno 40 milioni di euro.

Paradossale la situazione a Interlagos, perché secondo quello che riferisce pitpass.com ai piloti viene offerta la possibilità di non correre affatto, sulla base dei rischi di tenuta dell’impianto frenante. Alla fine lunedì nella sede di Madrid scoppia una rissa quando otto meccanici in stato di ubriachezza dopo il volo di rientro da San Paolo del Brasile contestano il licenziamento.

Toni Cuquerella, il direttore tecnico, affida a Twitter un pensiero: “Quattro anni fa avevo suggerito ad un amico di lanciare un team di Formula 1. Adesso, dopo tre anni, si sta scrivendo la pagina finale della storia dell’HRT”.

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