Corse noiose? “Sempre esistite. Anzi, sono sempre state la maggioranza”

lunedì 14 febbraio 2011 · Fuori tema
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Il kers, gli alettoni a incidenza variabile, le gomme a durata limitata per forzare i pit-stop. Dice Sebastian Vettel: “La Formula 1 ha sempre più attenzione per lo spettacolo. Mi chiedo se sia necessario”. Paolo Bombara – giornalista, “una vita in Formula 1” – a settembre sul suo blog faceva questa riflessione. Argomento: la noia.

Da quando esiste la F1, è sempre stato un po’ così. Con qualunque regolamento tecnico, con qualsiasi generazione di piloti. Sono sempre esistite corse molto noiose. Anzi, sono sempre state la maggioranza, costellate da alcune manovre mozzafiato rimaste imperiture nei ricordi. Più si guarda a ritroso, infatti, e più si rammentano le seconde, dimenticando la noia: è il naturale funzionamento del nostro cervello, ma questo distorce spesso la percezione della realtà.

Tutti si ricordano il sorpasso di Piquet a Senna di traverso, all’esterno, a Budapest nel 1986, o quello di Mansell a Piquet a Silverstone l’anno dopo, o anche l’inimitabile primo giro Senna a Donington nel 1993. Quasi nessuno rammenta le tante gare ad assistere a soporiferi trenini ed attendere che l’usura delle gomme dell’uno o un guasto meccanico dell’altro portassero ad un cambiamento della classifica.

(…) Se oggi le corse sono più scontate, spesso dipende da due fattori. Il primo: maggiore livellamento delle squadre (a blocchi) e dei piloti (non ci sono più tanti gentlemen driver come un tempo e, casi eccezionali e talenti naturali a parte, il livello medio di preparazione tecnico-agonistica-fisica dei piloti è superiore). Secondo: affidabilità estrema delle vetture e dei piloti. I ritiri sono pochi, e quindi i favoriti finiscono davanti.

(…) E non è vero che le corse di una volta fossero più appassionanti o che ci fossero più sorpassi: è vero invece che il risultato era più incerto, ma nel 90 percento dei casi a causa di un guasto o di problemi di natura tecnica.

(…) Un tempo, poi, ai piloti col cambio manuale capitava di sbagliare l’inserimento di una marcia facendosi così soprendere dall’inseguitore… ma è questo il vero spettacolo che vorremmo? Cosa c’è di esaltante nel vedere un pilota superarne un altro in difficoltà tecnica?