Ecclestone, attriti con Todt su ogni fronte. Ma all’Europa piace la F1 verde

mercoledì 30 marzo 2011 · Politica
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Non c’è intesa e forse non c’è mai stata. Ma alla luce delle esternazioni della settimana scorsa lo scontro tra Bernie Ecclestone e Jean Todt è un affare pubblico che non si consuma più dietro le quinte e che abbraccia tutti i fronti, dal regolamento tecnico al rinnovo dei contratti dei circuiti.

All’asilo direbbero che ha cominciato Bernie sul Daily Express: “Jean Todt è il Max Mosley dei poveri. È andato in giro per il mondo a fare quello che Mosley non faceva tanto, a dare bacetti ai bambini e a stringere un po’ di mani. Probabilmente va bene per la FIA, ma non è quello che ci serve per la Formula 1“.

È una schermaglia che si trascina da quando Todt è salito alla presidenza della FIA dopo l’uscita di Mosley. Ma si è inasprita con l’approvazione del regolamento tecnico del 2013 perché secondo Ecclestone oltre alla Ferrari c’è solo una cosa che il pubblico apprezza della Formula 1: il rumore dei motori. Quello che verrà ridimensionato con l’adozione dei 4 cilindri turbo.

“Ho sentito gente in giro per il mondo – racconta Bernie – che resta affascinata dal rumore dei motori. Non dobbiamo perdere questo appeal”. Todt fa spallucce: “Ho sentito che (Ecclestone) è preoccupato per il suono. Fa parte dell’evoluzione”. Bernie però fa notare: “Todt non è un promoter, non deve porsi come me il problema di vendere il prodotto Formula 1”.

Al taglio dei cilindri è contraria pure la Ferrari. Montezemolo aveva detto: “Con 4 cilindri non è la Formula 1”. La rivoluzione però rientra in un quadro più ampio, una svolta verde del circus che secondo Repubblica “sta a cuore anche a Bruxelles” dove la Commissione Europea “sta lavorando alla realizzazione per il 2013 di un primo Gran Premio di Formula 1 con la partecipazione esclusiva di auto elettriche“.

C’è già il favore di Todt. E l’opposizione di Ecclestone che storicamente punta i piedi quando si parla d’ecologia nella massima serie. Come per il recupero di energia. A proposito del kers ribadisce: “Ci è costato già troppi soldi e non so cosa ha portato. Non penso che la gente sappia cos’è, a che serve o cosa fa. Queste cose mi sconvolgono”.

Ecco perché Bernie vuole una Federazione che fa l’arbitro e stop: “Le regole dobbiamo scriverle con le squadre perché sono loro che corrono e fanno gli investimenti. Una volta scritte le regole poi le passiamo alla FIA perché le faccia rispettare. Dovrebbe essere come la polizia che non scrive le norme e non ti dice che devi andare a 30 miglia all’ora. La FIA è una barzelletta”.

Ecclestone e Todt si rimbeccano anche su un altro tema caldo, la posizione critica degli organizzatori di Melbourne. Per Bernie “se il contratto è troppo costoso non c’è motivo di rinnovarlo”. Invece Todt in Australia vuole rimanerci perché “a Melbourne si sente il calore dei tifosi da tutto il mondo”. E chiarisce: “La gara non se ne andrà da qui”.

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