Jerez, Renault frigge le batterie. Ma Red Bull soffre più delle altre

venerdì 31 gennaio 2014 · Test
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La prima ammissione ufficiale è arrivata mercoledì sera, direttamente dalla Renault: “C’è un problema con l’accumulo di energia. Bisogna intervenire sull’hardware”. Contavano di sbrigarsi entro la notte: “Per mettere le squadre in condizione di girare giovedì”. Invece le prove a Jerez sono andate avanti a singhiozzo perché tutti i team che utilizzano le unità motrici della Régie praticamente friggono le batterie.

Renault qualche intoppo l’aveva previsto. Secondo le informazioni che ha raccolto thejudge13.com, aveva chiesto che i piloti si mantenessero sotto il tetto dei 250 chilometri per ogni motore. Ma per cause di forza maggiore, a quella soglia non ci è arrivato nessuno.

Fin qui i problemi di tutti. Poi per la Red Bull – che in quattro giorni è riuscita a fare solo 21 giri – bisogna scrivere un paragrafo a parte, perché se da un lato la Renault ha steccato il dimensionamento delle batterie, dall’altro Adrian Newey ha estremizzato la riduzione degli ingombri con il risultato che il surriscaldamento viene accelerato.

Lo lasciava intendere Remi Taffin della Renault quando parlava velatamente del design che su certe macchine “obbliga a rimuovere tante parti prima di accedere alle batterie”. Alberto Antonini sul sito di Autosprint scrive una metafora perfetta: “Sollevare il cofano motore di una macchina di Formula 1 nel 2014 è come scoperchiare un cesto di serpenti“.

Sulla macchina di Vettel per due volte si è innescato un incendio, Seb mercoledì prima di pranzo già aveva lasciato la pista perché i meccanici non avevano altri cablaggi per sostituire quelli che si erano carbonizzati. Il nuovo hardware è arrivato dall’Inghilterra giovedì mattina, ma i problemi sono rimasti gli stessi. Ricciardo si è fermato nel giro di ricognizione e non s’è più visto.

Newey a quel punto ha preso la valigia ed è tornato a Milton Keynes con Christian Horner perché “la squadra ritiene – ha spiegato Ricciardo – che il problema vada risolto in sede, ma allo stesso tempo sta cercando di trovare una soluzione più rapida”. Venerdì la resa, quando al surriscaldamento si è aggiunto un problema meccanico. A Jerez c’era Dietrich Mateschitz che voleva godersi il debutto della decima Red Bull della storia.

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