Relax, verde dovunque e prezzi popolari: perché Spielberg è stato un successo

giovedì 26 giugno 2014 · Politica
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“Automobilismo d’altri tempi” diceva Jenson Button. Lui a Spielberg già c’era stato e c’è tornato con piacere: “Amiamo il glamour di Monaco, amiamo città come Montréal. Ma è piacevole che in calendario ci siano questi circuiti di vecchia scuola. Anche perché qui è più rilassante”.

L’Austria per la geopolitica della Formula 1 rappresenta l’elemento di contrasto nella tendenza che spinge verso i grossi centri urbani. Lo sottolineava anche Nico Hulkenberg: “Abbiamo un calendario con delle megalopoli. Singapore, Montréal. Venire qui crea un contrasto simpatico. È tutto diverso, siamo in mezzo al nulla. Un sacco di mucche, un sacco d’alberi. Mi piace”.

Prati, boschi, colline, vecchi castelli, “verde, verde, verde dovunque” notava Vettel. Senza strade e senza indirizzi. Rosberg scherzava sul fatto che il suo motorhome per tutto il weekend è rimasto “da qualche parte in mezzo ai campi”.

Sorgeva nel nulla anche Magny-Cours. Ma non aveva il fascino della Stiria. E nel 2008 ha finito i soldi per comprare un posto nel mondiale. Soprattutto, non aveva i prezzi popolari che Dietrich Mateschitz è riuscito ad applicare per riportare il pubblico in tribuna.

Insomma a parte il traffico di giovedì quando i camper e le roulotte hanno congestionato le arterie nei dintorni della pista, quello di Spielberg è un weekend di successo in termini di organizzazione: “E resteremo in Austria – diceva Ecclestone – finché Mateshitz lo vorrà”. Suo anche il messaggio in sovrimpressione all’ultimo giro: “Congratulazioni e grazie”.

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