Theme park e hotel extralusso: così Abu Dhabi aspetta la Formula 1

mercoledì 28 ottobre 2009 · Gran Premi
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Abu Dhabi ha dei numeri strani che fanno pensare: 1 milione e mezzo di abitanti e solamente l’1 percento di territorio coltivabile; fino agli anni Settanta non aveva nemmeno una strada asfaltata eppure domenica ospita il suo primo Gran Premio.

Non è un debutto assoluto, perché di assaggi di Formula 1 ne ha avuti già due: il primo nel 2007, una parata di tutti i team in occasione della firma del contratto con Ecclestone, il secondo nel 2008 con la Renault di Piquet.

Però adesso c’è in palio la vittoria su un mercato che tira. E la Ferrari ci tiene. Perciò premeva affinché tornasse Felipe Massa in partita: per l’immagine del marchio, per gli azionisti di Mubadala e soprattutto per il parco tematico, la Disneyland del Cavallino che apre i battenti nel 2010, di fianco al theme park della Warner Bros, fra hotel da cinque stelle in su, residence extralusso, yacht club, fashion boulevard, centri commerciali e campi da golf sull’isola artificiale di Yas, un polo turistico che già è costato oltre 40 miliardi di dollari.

Il responsabile della pista è Philippe Gurdjian, che nel 2004 si era già occupato del debutto del Bahrain: “Su quest’isola stanno facendo un lavoro straordinario. C’era solo sabbia, non c’erano ponti, non c’erano strade, non c’era acqua e non c’era elettricità”.

Gli organizzatori giurano: “La corsa sarà un’esperienza indimenticabile, per i piloti, per i team e per gli spettatori”. Un evento unico per un circuito unico: dopo Sepang, Sakhir, Shanghai, Istanbul e Singapore, la pista di Yas Island è l’ultima creatura interamente concepita da Hermann Tilke.

Misura 5.5 chilometri, ha almeno 3 punti di sorpasso e prevede 3 sviluppi alternativi, la carreggiata non si stringe mai oltre i 12 metri, in certi tratti arriva anche a 16. Pure la pit-lane è anomala, perché all’uscita dei box passa sotto il tracciato prima di ricongiungersi alla pista.

All’inizio di ottobre Charlie Whiting ha trovato un cantiere in fermento a meno di 4 settimane dal Gran Premio. Ma è rimasto scioccato dal complesso: “La nostra intenzione – spiega Richard Cregan, del comitato sportivo – è presentarci con strutture allo stato dell’arte che siano soprattutto flessibili”. Flessibili anche in termini di orario di utilizzo: si inizia a correre al tramonto e si finisce con la luce artificiale, l’ultima chicca che Abu Dhabi non poteva farsi mancare.

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