La regola dei duelli educati: le direttive della FIA per i suoi commissari

martedì 13 marzo 2012 · Regolamenti
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Un anno fa la Federazione minacciava sanzioni più severe per le scorrettezze nei duelli a fianco a fianco. Nel 2012 lo scrive anche ufficialmente nelle regole, per cui l’avvertimento adesso diventa un divieto esplicito.

L’articolo di riferimento è il 20.3, precisa che “non è ammesso più di un cambio di direzione per difendere la posizione”. Però lo stesso articolo dice anche che si può tornare in traiettoria purché si lasci “almeno lo spazio della larghezza di una macchina tra la propria e il confine della pista”.

Charlie Whiting commenta: “Si trattava di stabilire fino a che punto fosse accettabile una manovra per riprendere la traiettoria”. Scrive Jacques Villeneuve su F1 Racing Magazine: “Non c’era mica bisogno di mettere una regola, perché è il buonsenso a dirti che non puoi mettere qualcun altro in pericolo o bloccarlo deliberatamente“.

Michael Schumacher che per certe difese sopra le righe si è macchiato la carriera – una su tutte, con Barrichello a Budapest nel 2010 – fa notare che quello varato dalla FIA “non è propriamente un cambio delle regole, ma un chiarimento su ciò che è ammesso e cosa no”. Vale anche per i commissari: “Per intraprendere un’azione nel caso in cui qualcuno si spinga troppo oltre”.

Prima invece non c’era coerenza. Per cui la formalizzazione della norma sui sorpassi educati rappresenta più che altro il tentativo di guidare le decisioni dei commissari per uniformare il metro di giudizio.

Perché quando c’è l’incidente l’applicazione del provvedimento è scontata. Come al Nürburgring, quando Buemi ha stretto Heidfeld che poi l’ha tamponato decollando con l’anteriore. Il problema è che se manca la collisione, allora la sentenza non è abbastanza solida. E quindi può anche essere rovesciata.

Per dire: l’anno scorso Hamilton in Malesia si è spostato due volte per difendersi da Alonso; lì la giuria gli ha dato venti secondi di penalità perché secondo Emanuele Pirro il regolamento andava applicato alla lettera. Poi a Monza è passata impunita la difesa di Schumacher a danno di Hamilton, nonostante Derek Daly che faceva parte del pool dei commissari fosse convinto che “Schumacher si meritava un drive-through”.

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