Toro Rosso triplica il personale rispetto alla Minardi. L’ex patron: “Non tornerò”

mercoledì 28 marzo 2012 · Esclusive
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Nel 2005 Dietrich Mateschitz – che nemmeno un anno prima si era comprato la Jaguar fondando la Red Bull a Milton Keynes – allungava le mani pure su Faenza. La Minardi diventava Toro Rosso, il kindergarten dove oggi Helmut Marko parcheggia i piloti del programma giovani che ha prodotto Sebastian Vettel.

Dall’epoca, Toro Rosso ha fatto sei stagioni complete. Gian Carlo Minardi è uscito il 1° dicembre del 2005 e fa solo l’osservatore esterno. A F1WEB.it conferma: “Non so come si siano organizzati. Stanno facendo degli investimenti in termini di strutture, ma non so di più”.

Un anno fa la squadra ha rimesso in funzione l’autoclave per la formatura dei materiali compositi per costruirsi il telaio in casa. Oggi praticamente è autosufficiente.

Rispetto alla vecchia gestione “ci sono ancora alcune persone – spiega Minardi – che avevano lavorato con me, ma adesso c’è una filosofia completamente nuova”. Completamente rivisto anche l’organico: “Oggi conta 300 elementi. La Minardi ne aveva 130 al massimo. Praticamente si sono quasi triplicati”.

Non ha rimpianti, l’ex patron: “Il passato è passato e si deve guardare avanti”. Non mette in programma nemmeno di tornare: “Largo ai giovani. È stata una bellissima parentesi del mio passato, ma è irripetibile”. La Formula 1 oggi ha un’altra dimensione.

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