Inconel, la lega delle meraviglie per i tubi di scarico delle Formula 1

giovedì 10 maggio 2012 · Tecnica
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È una delle parti più interessanti: il lato B. Anche su una macchina di Formula 1. La geometria del retrotreno regola il flusso in una zona critica che le squadre fino all’anno scorso sfruttavano per indirizzare dentro il diffusore l’aria calda degli scarichi.

La Federazione da quest’anno ha una normativa più dettagliata. Spiegava Charlie Whiting a Melbourne: “Nel 2011 la regola era semplice, chiedevamo che su una macchina non ci fossero più di due sfoghi per gli scarichi. Quest’anno c’è una pagina intera”.

La partita è complessa e si gioca anche sulla forma e sulle curvature dei tubi di scappamento, su quel groviglio di cunicoli che conducono i gas dal motore agli scarichi.

I tubi sono fatti di Inconel, a base di nichel e cromo. Si tratta di una superlega concepita per le applicazioni aeronautiche perché è eccezionalmente resistente alle alte temperature. Tant’è che in uscita dagli scarichi, i gas raggiungono anche i 700 gradi.

L’altro elemento chiave è che l’Inconel si può lavorare sotto forma di spessori sottilissimi: quelli degli scarichi variano tra 0.7 e 0.9 millimetri e alla fine tutto il complesso dei condotti non pesa più di 6 chili.

“Ma l’Inconel – spiega Pat Symonds – è difficile da piegare e quindi i tubi sono composti da più parti che vengono saldate in modo che la giunzione sia pressoché invisibile ad occhio nudo”. In questo campo, comanda la tecnologia laser: il cordone è sottilissimo, le zone termicamente alterate sono minime e l’affidabilità aumenta. Perché di motori ce ne sono solamente otto per fare tutto il campionato…

Fia, Symonds, Whiting,