Vettel marziano, con sospetto traction control. E Minardi va in paranoia

venerdì 27 settembre 2013 · Tecnica
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“Qualcosa non torna”. L’avesse detto un team manager in attività sarebbe stata invidia. Lo dice un team manager che nel paddock ci va solamente da ospite, quindi sono paranoie e basta, di quelle che sul gruppo di Dietrich Mateschitz piovono periodicamente. Gian Carlo Minardi getta il sasso nello stagno e pubblicamente si domanda “cosa nasconde il cilindro magico di Vettel e Newey“, racconta ai media via email quello che ha notato nel week-end a Singapore: “Cerco di trovare qualche risposta”.

I dubbi nascono dal passo della Red Bull, dallo strapotere che a Marina Bay ha toccato livelli da shock, con ritmi che “in termini di telaio e motore – sottolinea Minardi – rappresentano uno sviluppo di quasi tre generazioni”. Roba che comunque Webber, sulla stessa macchina “non era in grado di fare”. Dalla suite dell’albergo che dà sulla prima curva, Minardi annota:

Per confrontare lo stile di guida tra i piloti, avevo preso come punti fissi di riferimento i panettoni all’interno della curva che immette su Republic Boulevard. Mi ha colpito la guida pulitissima di Vettel, (…) senza nessuna correzione, diversamente da tutti i suoi avversari e diversamente dal compagno di squadra. Tempi alla mano ha fatto una grande differenza anche nel T3, il settore più guidato.

Sebastian era in grado di aprire il gas 50 metri prima di tutti gli altri. Mentre tutti acceleravano nello stesso punto, lui riusciva ad anticiparli di diversi metri. L’aspetto che mi ha colpito maggiormente era il rumore del motore, che grattava in modo completamente diverso da tutti gli altri propulsori della Renault, compreso quello di Webber. Ricordava molto il rumore emesso quando nelle stagioni passate entrava in azione in accelerazione il traction control. Si percepiva solamente quando Vettel inanellava i suoi giri strabilianti, per esempio dopo la safety car.

L’accusa è pesante perché il traction control ovviamente è vietato. Ma eventualmente chi se ne volesse servire dovrebbe intaccare il codice della centralina elettronica che invece viene programmata da Microsoft e dal 2008 è protetta per regolamento contro manipolazioni di terze parti. Al di là delle implicazioni tecniche, resta il fatto curioso – e indicativo – che l’anomalia l’ha notata Minardi dalla suite e nessuno dal paddock.

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