Hamilton contro Rosberg, due diavoli, un conflitto lungo un anno: le tappe

mercoledì 31 dicembre 2014 · Amarcord
tempo di lettura: 3 minuti

Monza. Non c’è il corpo a corpo, Rosberg raddrizza la chicane in fondo al rettifilo e si fa passare da Hamilton che poi vince. Il sospetto è che Nico dovesse saldare il debito per il danno di Spa.

Suzuka. Si aiuta con il drs per prendere la scia, tiene in pista la macchina come un equilibrista quando si fionda nella prima curva: Hamilton infila Rosberg e si guadagna la vittoria, mentre il tifone Phanfone sale inesorabile dal Pacifico verso il Giappone e si consuma il dramma di Bianchi.

Sochi. Poco furbo, vuole tutto e subito, Rosberg cerca il sorpasso alla prima curva, inchioda e si fuma – letteralmente – i pneumatici. Deve giocarsi al volo il pit-stop, rimonta e chiude secondo. Dietro a Hamilton, ovviamente.

Austin. Rosberg prende un altro sganassone, Hamilton l’infilza con una manovra da favola che da sola vale il prezzo del biglietto del rodeo e mette in cassa la decima vittoria dell’anno. Nico non ha chance: deve riprendere a vincere.

Interlagos. Si gira Hamilton mentre cerca di chiudere il gap su Rosberg che ha già cambiato le gomme e va a vincere. Rosicchia 7 punti, lascia il Brasile con 17 lunghezze di deficit e col trofeo delle pole position.

Abu Dhabi. Non c’è storia, Hamilton passa in testa al via e ci resta fino alla bandiera a scacchi. Rosberg non morde, si gioca ogni chance quando si pianta l’ers. Ammette: “Un guasto che non fa la differenza. Hamilton si meritava il campionato, è stato lui il più forte”.

Hamilton, Mercedes, Rosberg,