Il migliore degli incompiuti: storia alterna di successo e sfortuna di Stirling Moss

lunedì 9 gennaio 2017 · Amarcord
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Ci sono diverse curiosità statistiche dietro il mondiale di Nico Rosberg. Una su tutte: con la scalata al vertice della Formula 1 la formichina diligente lascia la classifica ingloriosa di quelli che hanno vinto di più senza arrivare all’iride, per cui la leadership per numero di vittorie torna a chi ce l’aveva prima di lui, cioè Stirling Moss, quattro volte vice campione del mondo, tre volte terzo.

Praticamente il migliore degli incompiuti. La sua è una storia alterna di successo e sfortuna. Tant’è che perfino la gara della vita, quella che gli vale l’ingaggio alla Mercedes, è una vittoria solo morale: conduce a Monza nel 1954 con la Maserati, la sua, sua nel senso che se l’è comprata lui coi soldi suoi, ma resta a piedi a 9 giri dalla fine per la rottura del motore.

Neubauer, lo storico direttore sportivo della stella a tre punte, lo vuole nel team ufficiale con Fangio. E lui vince la prima della carriera, l’anno dopo ad Aintree. In circostanze curiose peraltro: il Guardian riporta che “verso la bandiera a scacchi, Fangio è accanto a Moss, ma sembra si attardi per consentirgli di tagliare per primo il traguardo, con un gesto sportivo e leale”. Fangio non ammette il favore, Moss da parte sua non è sicuro d’aver vinto per merito. Il giallo non viene mai chiarito.

Nel 1958 la beffa più grande: Hawthorn a Porto rischia l’esclusione per quel tratto di pista che percorre contromano nel giro di rallentamento dopo un riavvio a seguito di un controllo ai freni. Lo salva proprio Moss: testimonia a suo favore, gli fa mantenere i 6 punti del secondo posto più il punto del giro veloce, lo tiene a galla nel mondiale che si stanno giocando. E che giusto per un punto Moss è destinato a perdere. Resta quella la sua stagione migliore.

Non c’è il mondiale e non c’è la Ferrari nel tabellino personale. La motivazione risale al 1951, al Gran Premio di Bari lui per conto del Commendatore dovrebbe provare il nuovo quattro cilindri da Formula 2. Invece all’ultimo minuto la rossa passa le consegne a Taruffi. E là Moss per l’offesa si ripromette di rifiutare ogni offerta da Maranello. Per la cronaca: sulla Ferrari vince 11 volte su 13, sempre con le sport e sempre da privato comunque.

La carriera gliela stronca un incidente sulla Lotus il lunedì di Pasqua, al Glover Trophy di Goodwood del 1962: resta in coma per un mese e paralizzato per sei. Si rimette al volante dopo un anno, in un test privato, sente di non avere il controllo totale della macchina e decide per lo stop. Per sempre. E senza l’onore del titolo mondiale. Lui che diceva: “Mi hanno insegnato che coi sacrifici arrivi dove vuoi. Ma tanti nella vita si arrendono troppo presto”.

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