Motori, sarà sviluppo libero: cosa cambia nel 2017 in Formula 1 senza il sistema dei gettoni

giovedì 2 marzo 2017 · Regolamenti
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In principio era il gettone, quest’oggetto semplice nella definizione quanto complesso nell’applicazione. Un jolly in sostanza, per intervenire sui componenti del motore ibrido e modificarli rispetto alla prima omologazione.

Per come li aveva concepiti la Federazione per l’età dell’ibrido, vale a dire dal 2014 in poi, questi bonus si dovevano investire prima di ogni nuova omologazione, cioè ogni anno prima del 28 febbraio. E invece all’inizio del 2015 per via di un buco nelle regole – chissà quanto involontario – la Fia ha dovuto aprire la porta agli step scaglionati, quindi alla possibilità che ogni motorista si spendesse quei gettoni nell’arco del campionato.

Un’idea che alle squadre alla fine è piaciuta, per cui nel 2016 il Gruppo Strategia ha fatto in modo che diventasse legge una procedura che era scaturita da una svista. Teoricamente, a beneficio di una convergenza di prestazioni che poteva rimettere in equilibrio il campionato. Alla Ferrari il colpaccio è sfuggito, il gap dalla Mercedes addirittura s’è amplificato.

Adesso nel 2017 sui gettoni cade pure il limite sul numero. Per cui lo sviluppo è libero davvero, come per l’aerodinamica del resto. Di qui il timore che i motoristi ribaltassero sui clienti i costi di sviluppo, per quanto resti escluso da regolamento l’obbligo del trattamento paritario.

Perciò la Fia voleva un calmiere su cui la Ferrari all’inizio aveva messo il veto, per “legittimo diritto commerciale di fare business come produttori di motori”, diceva Arrivabene. Posizione condivisa anche da Mercedes, comunque.

Tira e molla, l’accordo in qualche modo s’è trovato: un anno di fornitura V6 turbo ibrida deve costare non più di 12 milioni di euro. Un tetto che i motoristi si impegnano a rispettare da qui al 2020. Se davvero le regole rimarranno stabili.

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