Operazione Indy: da Ascari a Villeneuve, i big della Formula 1 che ci hanno provato prima di Alonso

martedì 23 maggio 2017 · Amarcord
tempo di lettura: 3 minuti

Denny Hulme. Ci prova cinque volte e non vince mai: quarto nel 1967 – l’anno in cui sarà iridato – e nel 1968, poi sempre ritirato. Non prende neanche il via nel 1970 per ustioni alle mani dopo un incidente nelle prove.

Jochen Rindt. Senza gloria alcuna, si ritira sia nel 1967 che nel 1968. In un’intervista dice: “Ho sempre avuto la sensazione che stessi andando verso il mio funerale”. In un’altra aggiunge: “Se l’ho fatto, è stato solo per i soldi”.

Mario Andretti. Di tutti i big del circo, è quello più fedele al catino dell’Indiana: corre ogni edizione tra il 1965 e il 1994, con l’unica eccezione del 1979. Vince solo nel 1969. Ma sfiora il successo diverse volte, lo manca per episodi sfortunati, al punto che l’America ci vede una maledizione, “la maledizione degli Andretti” che pende pure sugli eredi.

Emerson Fittipaldi. Ridimensionato in Formula 1, riparte dalla Cart e reinventa la carriera. A Indy vince due volte, nell’89 e nel ’93. All’età di 47 anni, un record.

Nelson Piquet. Il più sfortunato, ci prova nel 1992, non si qualifica, si schianta e si frattura le gambe. Nel 1993 entra in griglia, ma rompe il motore.

Nigel Mansell. A 15 giri dalla fine è in testa nel 1993, viene passato da Fittipaldi alla ripartenza dopo una neutralizzazione. L’anno dopo esce per incidente mentre c’è in pista la pace car.

Jacques Villeneuve. Si afferma prima in America e poi in Formula 1: a Indy vince nel 1995, marca un successo clamoroso perché nelle fasi iniziali è due giri indietro. Ma si iscrive anche dopo gli allori della Formula 1: nel 2014 chiude quattordicesimo. È lui l’ultimo iridato alla 500 Miglia prima dello sconfinamento di Alonso.

Alonso, Andretti, Ascari, Brabham, Clark, Cooper, Fangio, Farina, Ferrari, Fittipaldi, Hill, Hulme, Indianapolis, Lotus, Mansell, Piquet, Rindt, Stewart, Villeneuve,