Gedda, quell’arroganza inutile che fotte un’altra volta Verstappen in qualifica

domenica 5 dicembre 2021 · Gran Premi
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Un certo tipo di emozioni, la qualifica sprint non le potrà mai regalare. Quindi ha ragione Alberto Sabbatini che via Twitter annota: “Se facessero un sondaggio ora tra tutti gli appassionati, nessuno le vorrebbe. Questo sì che è spettacolo mozzafiato”.

Gedda, Arabia Saudita, ultimo segmento di qualifica: Hamilton rispetto a Verstappen è sotto di 3 decimi, fa un giro mostruoso e va davanti di un decimo e mezzo. Inumano. È una scheggia anche Bottas, che si mette in seconda posizione, a un decimo appena dal capitano: “Questo sì che è un compagno di squadra”, gli riconosce Hamilton.

A quel punto Vertsappen ha bisogno di un colpo dei suoi. Alla prima curva arriva a un passo dal muretto, più avanti lo sfiora. Sta chiedendo troppo, ma i parziali fucsia sono suoi nei primi due settori: “Era il giro dell’anno”, il giudizio di Horner.

Virtualmente la pole ce l’ha già, ma lui vuole strafare, per l’ennesima volta cede all’impulso dionisiaco che l’ha fottuto più volte, all’arroganza inutile che nel bene e nel male ne ha fatto un personaggio e lo manda a sbattere nel muretto dell’ultima curva:

I arrived there and for my feeling I was braking at the same point. But I had a little lock up and I still tried to, of course, finish the lap. But I clipped the wall on the exit, so I couldn’t continue.

Papà Jos tira un cazzotto sul tavolo alla maniera di Wolff. Che nel suo box scuote la testa, forse che la sfida la voleva vincere sul campo senza incidenti di mezzo: “Ma lui ci avrebbe battuto almeno di mezzo secondo”. Fatto sta che Verstappen lascia la pole a Hamilton, la prima fila completa alla Mercedes.

Senza strascico, perché la Red Bull nemmeno ci prova a chiedere la revisione dei giudizi che lasciano impunito Hamilton per due episodi nelle libere, l’impedimento a Mazepin e un’infrazione sotto bandiere gialle. Responsabilità del team e 25 mila euro di multa, dice la Fia, nel primo caso; segnalazioni attivate accidentalmente nel secondo, e comunque mai visualizzate al pilota, “né come led, né come bandiere”. Nell’economia di un campionato violento e serrato, pure queste sono vittorie.

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