L’anno da record di Verstappen, bene ma non benissimo: questi i primati che non ha battuto

lunedì 21 novembre 2022 · Statistiche
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Da luglio in poi non c’è storia, la Red Bull si porta a casa tutte le coppe con l’unica eccezione di Interlagos. Da record, comunque non in senso assoluto, perché in effetti Verstappen nel 2022 arriva vicinissimo a diversi primati, ma non è il migliore in prospettiva storica.

L’età, per esempio: è bicampione del mondo a 25 anni, Vettel invece ne aveva impiegati solo 24. Verstappen fa comunque meglio di Hamilton, che il secondo alloro l’ha visto alla soglia dei 30, e di Schumacher che ne aveva 26.

E se da un lato è suo il record di vittorie stagionali, 15 affermazioni contro le 13 di Vettel nel 2013, dall’altro il numero fa meno impressione in relazione a due aspetti. Il primo: Vettel nel 2013 ne aveva infilate 9 una dietro l’altra tra Spa e Interlagos, invece Verstappen si ferma a 5. Il secondo: in percentuale Verstappen ne vince 15 su 22, cioè il 68%, che gli vale solo il quinto posto nella classifica di tutti i tempi, dove comanda Ascari con il 75% nel 1952 per 6 vittorie su 8, in un campionato minuscolo rispetto alla media moderna.

Tradotto in punti, per Verstappen sono comunque 454 su 596 disponibili fra gare lunghe e gare sprint, un malloppo da schiacciasassi che nessuno aveva messo insieme mai. Eppure, questo corrisponde solo al 76.2% del bottino disponibile e non è più un record perché da quando è stato eliminato il criterio degli scarti – che consentiva di ottimizzare il calcolo del punteggio – meglio di lui hanno fatto Schumacher, Vettel e Hamilton. Per avere un’idea: Schumacher nel 2002 si è messo in tasca quasi l’85% del massimale.

Curioso pure che Verstappen non sia stato al comando nemmeno per la metà dei chilometri totali del mondiale, mentre Clark nel 1963 era arrivato sopra il 70%. Ad ogni modo, Verstappen si aggiudica il mondiale a 4 gare dalla fine: anche qui, bene ma non benissimo, dal momento che Schumacher e Mansell hanno chiuso i giochi in ulteriore anticipo, rispettivamente a 6 dalla fine nel 2002 e 5 dalla fine nel 1992, praticamente d’estate per come era strutturato all’epoca il calendario.

E non fa record, per quanto ampio, nemmeno il margine di 146 punti su Leclerc perché Vettel nel 2013 ne aveva presi 155 di vantaggio su Alonso.

Per cui aveva ragione Gregg Easterbrook: “Tortura i numeri e confesseranno qualsiasi cosa”.

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