La matematica non è un’opinione, ma il calcolo dei Gran Premi della Williams sì

venerdì 7 luglio 2023 · Statistiche
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Un richiamo alla bandiera inglese sul cofano motore e un logo commemorativo sulla scocca: a Silverstone la Williams corre in livrea celebrativa per il traguardo delle 800 gare… ma deve ancora raggiungerle.

È un’anomalia che viene fuori come conseguenza della cancellazione dell’appuntamento di Imola, le celebrazioni dovrebbero slittare in avanti a Budapest, ma a quel punto la squadra si perderebbe la concomitanza favorevole con la gara di casa. Di qui la decisione di confermare i festeggiamenti per Silverstone, dove il merchandising si vende sicuramente meglio che in Ungheria.

Ad ogni modo, il punto è un altro: nei libri delle statistiche non c’è unanimità sul numero dei Gran Premi che vanno effettivamente conteggiati, per cui ognuno fa il suo calcolo.

È una disputa di vecchia data che nasce per via del percorso non lineare che ha fatto la squadra. In sintesi: Frank Williams entra ufficialmente in Formula 1 nel 1969 iscrivendo le auto che acquista di seconda mano, solo dal 1972 ha un telaio proprio, dopodiché nel 1976 il passaggio di proprietà a Walter Wolf produce una frattura nella linea temporale finché la squadra non viene rifondata nel 1977 con Patrick Head, al quartier generale di Didcot e sotto il nome di Williams Grand Prix Engineering. Che formalmente è un team diverso da quello che era capitolato.

Parte da qui un nuovo conteggio, l’unico che fa testo secondo la squadra, alla luce di un chiarimento che è arrivato attraverso una nota a Monte Carlo nel 2021, in occasione di un’altra pietra miliare, quella delle 750 gare.

Praticamente da Jarama ’77 in poi, la Williams considera tutte le corse, meno le mancate qualifiche e le tappe che per ragioni politiche vengono escluse dal campionato. Non è detto sia il modo più corretto di fare le statistiche, ma tant’è.

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