Uomini, evoluzioni… e duro lavoro: così la McLaren ha cambiato faccia in quattro mesi

lunedì 24 luglio 2023 · Tecnica
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È il 13 febbraio quando la McLaren scopre la MCL60, Andrea Stella – l’ex ingegnere di pista di Alonso ai tempi della Ferrari – è diventato team principal da appena due mesi per effetto domino, quando Seidl è andato in Alfa Romeo al posto di Vasseur. Mette le mani avanti: “C’è del lavoro da fare”.

Tanto lavoro: ai test a Sakhir non arrivano acuti, Zak Brown ammette che la squadra “è indietro rispetto agli obiettivi di inizio stagione”. Due secondi, dice il cronometro nella classifica aggregata. Perciò Norris e Piastri girano col freno tirato: “Si cercava di evitare guai”, svela Stella.

La prima gara è un colpo durissimo: Piastri non vede il traguardo, Norris è ultimo con due giri di ritardo. Rotolano le teste, salta James Key, sebbene la squadra scriva che la decisione fosse già presa da mesi. Al suo posto arriva David Sanchez dalla Ferrari. È il primo innesto importante, presto arrivano altri rinforzi, ancora da Maranello. Ma soprattutto dalla Red Bull.

Nel frattempo viene completata la nuova galleria del vento, la squadra individua un pacchetto di aggiornamenti che rivoluziona l’auto. Con evidente ispirazione alle forme della Red Bull e dell’Aston Martin.

La prima parte delle novità arriva a Spielberg, rappresenta circa il 50% di tutte le modifiche: pance, halo, cofano motore e fondo. Solo per Norris, comunque, perché il tempo di produrre le parti per entrambe le auto non c’è.

A Silverstone c’è un altro boost, un ulteriore 25% di evoluzioni che comprendono ala anteriore, sospensione posteriore e geometria dei condotti dei freni. Solo per Norris, ancora. Che al semaforo sorprende Verstappen e passa al comando. Alla fine, salva il podio. Oltre le aspettative, dice Stella:

Once we started to develop the car our expectation was by the end of the season we could fight with the four quickest teams. So it is a bit of a surprise we find ourselves in this position now.

A Budapest le novità finalmente ce le ha anche Piastri. Per Norris invece è atteso l’ultimo step che però viene rinviato al ritorno dalle ferie, “perché progettazione e produzione richiedono tempo”, conferma Stella. Ad ogni modo, quella pole che Hamilton sfila a Verstappen per 3 millesimi, la voleva anche Norris: “Era alla portata. Non è stato un giro perfetto”.

Il resto dei progressi lo spiega la nuova costruzione delle gomme: “Vedo cose anomale – dice Alonso – da Silverstone in poi”. Cioè da quando Pirelli ha introdotto i nuovi pneumatici per tamponare l’escalation di velocità e sollecitazioni sulle gomme: “La Red Bull ha perso prestazioni, è un dato di fatto”.

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