Il caso Wolff e il patto trasversale fra le squadre, quella buccia di banana su cui è scivolata la Fia

venerdì 8 dicembre 2023 · Politica
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Che sul campo della Formula 1 fosse in corso una guerra per la conquista dell’autorità fra Fia e Fom l’avevano evidenziato diversi precedenti. Per dire, la querelle sull’ammissione di Andretti. Ma oggi questo confronto politico sale brutalmente di livello, il caso del presunto conflitto d’interesse della famiglia Wolff segna il punto di svolta.

La miccia l’accende un articolo di Business F1 che nel numero di dicembre riporta il virgolettato di alcuni boss, anonimi, in merito alla possibilità di uno scambio di informazioni non autorizzato fra gli ambienti della Fom e le squadre.

Sospetto che sarebbe nato quando Toto Wolff, in un meeting con altre squadre, avrebbe riferito contenuti che poteva avere solo la Fom e che lui evidentemente poteva aver ricevuto solo da Susie, amministratore delegato di Formula 1 Academy, il campionato rosa sotto l’egida della Fom, appunto. Di qui il timore che informazioni di carattere confidenziale potessero fare anche il percorso in senso inverso, cioè arrivare dalle squadre direttamente alle orecchie della Fom.

La Fia ci legge un appiglio per contestare l’integrità morale della Fom, con la quale condivide poco armoniosamente il territorio della Formula 1. Così, martedì pomeriggio, esce con una nota che già di per sé costituisce uno strappo alla credibilità istituzionale, aprire un caso dando per buone le voci della stampa:

The FIA is aware of media speculation centred on the allegation of information of a confidential nature being passed to an F1 team principal from a member of FOM personnel. The FIA compliance department is looking into the matter.

Non fa nomi. Ma gli indiziati rompono da soli il muro dell’ipocrisia: la Mercedes risponde di avere appreso la questione attraverso i media, senza comunicazione preventiva dalla Fia. Mentre Susie Wolff la pompa sul piano della lotta di genere: “Un attacco misogino, uscirò anche da questo”.

Infine, le squadre: giovedì pomeriggio, quasi in sincronia, lanciano tutte lo stesso comunicato, non una virgola diversa, in cui dicono che nessuno s’è mai lamentato con la Fia in relazione al passaggio di notizie fra “un team principal della Formula 1 e un membro della Fom”.

Delle due l’una: o Business F1 racconta balle, oppure nel paddock qualcuno getta il sasso e nasconde la mano. Ad ogni modo, è una buccia di banana e la Fia ci è scivolata sopra: Parigi in meno di 48 ore torna sui propri passi, scrive che l’inchiesta è chiusa e c’è fiducia nell’operato della Fom. Che segna una rete importante e apre indirettamente una crepa nella solidità della poltrona di ben Sulayem.

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