Parla Ross Brawn: la Formula 1 che vorrei

lunedì 30 gennaio 2017 · Regolamenti
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Ovviamente non c’erano basi in quella voce incontrollata che d’estate dava Ross Brawn sulla via del ritorno a Maranello. Comunque big Ross nel paddock c’è tornato, crescita e rilancio della Formula 1 senza Ecclestone e sotto la nuova proprietà di Liberty Media adesso sono in mano a lui che ha vinto 16 titoli tra Benetton, Ferrari e Brawn, oggi direttore generale di Liberty Media con delega al motorsport.

La bozza di riforma si regge su un principio di base che si chiama semplificazione. Di regole, di contenuti, di tutto praticamente. Dall’intervista per Espn:

If you have got to follow a race from lap one to the very end and you’ve got to work out every nuance then we are getting a bit complicated. If you’re at a circuit and you haven’t got access to that information, if you’re a fan in the grandstand, it must be difficult.

L’intenzione è quella di raccogliere idee, pesare ogni implicazione delle modifiche. Che a parole è bellissimo, poi nei fatti diventa impraticabile perché la soluzione ottima non ce l’ha nessuno. Sui motori per esempio:

I’m not saying we should go back because that would be a shame, because these engines are amazing pieces of technology. And I think that is another thing we didn’t sell very well, how much they have achieved.

Perché in effetti la percezione del progresso e della potenza dell’ibrido con sovralimentazione da parte del pubblico non è completa, malgrado i dati dimostrino che sei cilindri turbo con recupero di energia consumano il 40% di benzina in meno e battono un V10.

Oltre al fatto che cambiare un’altra volta la motorizzazione significa imporre un esborso per ricerca e sviluppo, col rischio di perdere certe squadre. Per cui torna in ballo il tetto di spesa:

Budget caps have been discussed [in the past]. People say that they don’t work, but they have never actually been tried. There was a voluntary budget cap or resource restriction that didn’t work because not everyone volunteered to it in reality.

Ma oggi, più che un tetto di spesa alle squadre, i tifosi chiedono un tetto ai prezzi di accesso allo sport: pay tv per le gare live, costi astronomici per un fazzoletto di prato. Le priorità di Liberty forse non sono le stesse del pubblico.

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