Bizzarrie dell’aerodinamica ai test in Spagna: la Ferrari buca il musetto

mercoledì 23 aprile 2008 · Tecnica
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Un’inchiesta del 2004 sommò le spese di tutti i team e calcolò che il circus aveva buttato quasi 100 milioni di dollari in costi di esercizio delle gallerie del vento. E c’erano ancora Minardi e Jordan che facevano economia. Quella cifra, quattro anni dopo, forse si è raddoppiata.

Mark Gillan della Toyota non è sorpreso: “Le gomme sono le stesse per tutti, anche il motore è omologato e non ci si può intervenire. Alla fine è l’aerodinamica a fare la differenza”.

Ai test di Barcellona la Ferrari si è presentata con un canale nel musetto per sfogare i flussi frontali. Non meno sofisticati gli altri team, fra pinne di squalo e orecchie di coniglio. I benefici restano confinati nell’ordine dei centesimi, forse addirittura dei millesimi. Quanto basta però – secondo i tecnici – a giustificare investimenti colossali.

Nel 2007 la Honda ha speso un milione di dollari solo per l’alettone anteriore. Che fu un successo in galleria del vento e un fiasco in pista.

Chi ne capisce di aerodinamica, come Adrian Newey, spiega che in condizioni di progetto – e con un flusso d’aria pulito – le vetture filano che è un piacere, ma in gara risentono delle scie, si destabilizzano e non riescono a seguire un avversario a distanza ravvicinata.

Tanto per fare un esempio, a Shanghai nel 2004 Schumacher finì in testacoda mentre tallonava Alonso perché le turbolenze prodotte dalla Renault mandarono in stallo gli alettoni della Ferrari.

Gary Savage e Willem Toet della B.A.R, in un’inchiesta condotta per F1 Racing nel 2005, scrissero: “L’aerodinamica è nemica dei sorpassi, ma una riduzione del carico del 30 o anche del 40% produrrebbe un effetto molto ridotto sullo spettacolo. Per un miglioramento significativo si dovrebbe diminuire il carico aerodinamico del 90%. Ma a quel punto le macchine diventerebbero 15 o 20 secondi più lente”. E non sarebbe più la Formula 1.

Barcellona, Ferrari,