Gran Premio d’Australia 2014, gara

domenica 16 marzo 2014 · Race highlights
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Tanta tecnica e poca eccitazione, ritmi bassi e freno tirato nell’ansia d’inciampare nei chip e restare a secco. È per Nico Rosberg la prima coppa di un’epoca tutta da scrivere e tutta da valutare. Christian Horner temeva: “La Mercedes può doppiare tutti”. Non lo fa, ma vince con margine ampio su Ricciardo, che poi la Fia squalifica per violazione della norma sul flusso massimo di carburante.

Al semaforo. Pronti via? Macché: Bianchi si pianta, Whiting fa ripetere il giro di ricognizione. Lo scatto al via era un’incognita: “Certe squadre – diceva la Fia – non l’hanno mai provato”. Kobayashi alla prima curva centra Massa, a caldo si scusa, si prende tutta la responsabilità: “Avevo le gomme fredde”. Poi la Caterham scopre che i freni posteriori l’hanno tradito. E riesce a dimostrarlo così bene che alla fine i commissari non prendono provvedimenti.

Danese volante. Dicevano: “Può ripetere il percorso di Hamilton”. Che al debutto s’era piazzato quarto. Magnussen fa pure meglio: arriva terzo, poi secondo per effetto della squalifica di Ricciardo. Gli piovono in testa tutti gli applausi del paddock. Ma alla partenza rischia uno strike da antologia quando si sposta per guadagnare la corsia esterna davanti ad Alonso.

Punti di vista. Troppo lenta, o troppo accorta la Ferrari alla prima uscita dell’anno. Con una prestazione da decifrare: Alonso quinto (poi quarto), a mezzo minuto da Rosberg; Raikkonen ottavo (e poi settimo), altri venti secondi dopo. Osservava Leo Turrini su Sky: “Il Cavallino non ha cavalli”. Una volta si diceva: una gara di conserva. Oggi uno che viaggia a passo di trotto può raccontare che ha corso con la testa.

La sorpresissima. Cinque giri appena e la corsa perde subito Hamilton e Vettel per ragioni tecniche. Uno che di problemi praticamente ne aveva avuti zero, anche nei test, e un altro che pure in Australia ne ha passate tante. La sorte non guarda in faccia a nessuno. Ma tagliano il traguardo in 14, resta solo ipotetica l’ecatombe che spaventava Magneti Marelli. In fatto di ritiri era andata peggio nel 2008.

Botta(s). Cerca di acchiappare Alonso e invece acchiappa il muretto: Bottas chiama fuori la prima safety car dell’anno. Gli dicono via radio: “Hai forato”. Magari: perde tutta la cintura e mezzo cerchione! Però trova la via del box, torna in pista e si riporta a ridosso di Alonso. Dov’era prima dell’incidente. Chiude sesto, ma le simulazioni dicono che fosse da podio.

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