Baku, quello “sfunnapede” di Mercedes che frega Vettel all’uscita dei box in qualifica

martedì 30 aprile 2019 · Gran Premi
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La domanda scomoda nessuno è andata a farla dentro il box della Ferrari, quindi la risposta ufficiale il paddock mai l’avrà: la Ferrari si era organizzata per le scie a Baku prima che Leclerc sbattesse alla strettoia? Probabilmente sì, perché qualcosa aveva provato nelle libere. Già, ma chi avrebbe dato scia a chi?

È un punto importante nella valutazione delle strategie della rossa, perché avrebbe segnato una gerarchia: il pilota che prende scia ha più chance di pole. Non è vero dovunque, ma a Baku aiuta sul lunghissimo rettilineo del traguardo. Dove Bottas nel 2016 ha fatto la velocità di punta più alta della storia, per quanto alla fine il record la Fia non l’abbia riconosciuto.

Ma i precedenti insegnano pure che organizzare una scia è complicato, la Ferrari e Alonso ci hanno perso la testa e le staffe a Monza nel 2013, il giorno di un team radio che è passato alla storia. Senza andare troppo indietro, Raikkonen sabato a Baku ci ha rimesso decimi nel misto per stare incollato a Hamilton. Perché, come spiegava Vettel:

A tow it’s always a compromise. If you are too close in the middle sector you lose out. But I would say going with the other people is probably around three-tenths.

Allora Mercedes con astuzia teutonica s’è organizzata preliminarmente, l’ha detto Wolff nelle interviste e lo conferma lo scambio di battute via radio un attimo prima del rush finale in Q3.

Nel dettaglio, in Mercedes c’è una rotazione di precedenze, a Baku toccava a Hamilton stabilire chi dovesse uscire per primo. E lui ovviamente ha deciso per Bottas in modo da prendergli la scia. Poi è finita diversamente, Bottas nonostante fosse davanti l’ha fregato comunque sul filo dei millesimi, ma teoricamente chi aveva le carte migliori era il caposquadra.

Ad ogni modo, la corazzata tedesca il gioco di squadra l’ha fatto alla perfezione soprattutto prima, per non presentare il fianco a Vettel. Uno sfunnapedi, per dirla alla maniera di Andrea Camilleri e del commissario Montalbano: le frecce escono per prime dal garage, Vettel s’accoda, è convinto che ne prenderà la scia per trovare i tre decimi che cerca per la pole.

Invece Bottas e Hamilton con furbizia si fermano all’uscita della pit lane, per fare quella che sembra una prova di partenza. Oppure una “calibrazione del cambio”, stando a quanto racconta Bottas sapendo di mentire. Vettel là si fa prendere alla sprovvista, passa le Mercedes e perde un potenziale vantaggio di scia.

La verità è che Mercedes pure su minuzie del genere ribadisce quella forma di organizzazione tecnica e mentale che l’ha sempre distinta dai tempi degli esordi, quella malizia navigata che l’ha resa implacabile e che manca alla Ferrari dopo Todt. I mondiali non si vincono per caso, mai.

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