Tutto fermo e lo stato si riprende i terreni: ecco perché il Gran Premio del Vietnam è fuori per sempre

lunedì 4 ottobre 2021 · Dal paddock
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Si sposta il baricentro geopolitico della Formula 1, la distribuzione dei Gran Premi nel mondo viaggia verso uno sbilanciamento anche più severo di quanto non fosse sotto Ecclestone: “Obiettivo 23 gare, circa un terzo in Europa, il resto in giro per il mondo”, anticipa Stefano Domenicali.

Ad aprile dopo mille intoppi si è sbloccato il negoziato per Miami che debutta nel 2022 con la pista attorno all’Hard Rock Stadium, è fresco fresco l’accordo per il Qatar dal 2023 in pianta stabile per dieci anni, per adesso a Losail, poi su un circuito urbano che ancora non esiste nemmeno in bozza.

Nel frattempo rientrano tutte le tappe asiatiche, più Melbourne e Montreal che si sono piegate al coronavirus. Due di picche invece alle sedi che hanno offerto il paracadute nella contingenza della pandemia: Hockenheim, Istanbul, Mugello, Nurburgring e Portimao. Ha chance solo Imola, ma non c’è conferma ufficiale.

Prende forma così il nuovo calendario del mondiale, che Liberty immaginava passasse anche per Hanoi. Dove l’appalto per i lavori è andato alla controllata asiatica di DZ Engineering che già illumina il Gran Premio di Singapore e che ha materializzato l’ennesimo progetto di Tilke: 22 curve per 5 chilometri e mezzo, corpo dei box ispirato alla cittadella imperiale e al Tempio della letteratura.

Poi l’emergenza sanitaria ha imposto il rinvio, prima di un’altra piega imprevista, l’arresto per possesso di documenti di stato di Nguyen Duc Chung, ex sindaco e presidente in carica del comitato organizzatore. A quel punto Liberty ha perso il suo interlocutore e la cordata si è sciolta.

Domenicali a febbraio sosteneva che il Vietnam resta “un’opzione per il futuro”. Ma è notizia di settembre che gli spazi assegnati al circuito devono essere restituiti allo stato: bisogna rifare lo stadio, potenziare le strutture ricettive per i Giochi del sud est asiatico del 2022, nella zona in cui si sviluppa la sezione permanente del tracciato. L’impressione è che sia l’epilogo di una storia senza prologo.

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