Come sono andati i test: benissimo la Red Bull, benino la Ferrari. Ma che fatica Mercedes e McLaren

domenica 26 febbraio 2023 · Test
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Mescole diverse, carichi di benzina variabili, assetti sperimentali… e forse pretattica: “Difficile interpretare il quadro, siamo tutti alla cieca”, dice Vasseur. La classifica aggregata di Sakhir dà la Red Bull in testa, unica certezza in un mare di dubbi. Ecco com’è andata, in attesa della prima sentenza ufficiale.

Red Bull. La prestazione c’è, Verstappen gongola: “Ottimi progressi, ho potuto spingere subito“. Si trova bene anche Perez: “Ma devo essere più completo per giocarmi il titolo contro Verstappen”. Crederci, prima di tutto.

Ferrari. Gira senza intoppi, ma in assetto da bassa deportanza fatica in curva. Leclerc non fa drammi: “Tutto come ci aspettavamo, ma sulle novità bisogna lavorare”. E Sainz: “Cercavo di capire i limiti, l’anno scorso non mi riusciva”.

Mercedes. Affidabile, più stabile, comunque poco guidabile: “Ma il gap si può chiudere”, assicura Hamilton. Intanto: “Pensare di battere la Red Bull è un’esagerazione”, sostiene Russell. Che venerdì si ferma per un problema idraulico.

Alpine. Il cronometro la dà dispersa a due secondi e mezzo dalla vetta. Eppure, secondo Ocon, “va molto meglio che l’anno scorso”. Avverte sensazioni positive pure Gasly: “Le migliori mai provate al via di un campionato”. Allez les blues.

McLaren. Nessun acuto, Brown sostiene che la squadra “è indietro rispetto agli obiettivi di inizio stagione”. Due secondi, dice il cronometro. Perciò Norris e Piastri giravano col freno tirato: “Si cercava di evitare guai”, svela Stella.

Alfa Romeo. Migliorata, e non poco, soprattutto nelle curve veloci. Al punto che Zhou con le morbide nuove di pacca stampa il giro veloce di venerdì davanti a maestà Verstappen. “Non un solo problema”, commentava Bottas, prima del guasto che sabato mattina gli ha segato mezza giornata.

Aston Martin. Manca Stroll che si infortuna in bici, lo sostituisce Drugovich, ma il grosso del lavoro lo conduce Alonso, che in tutto mette insieme 270 giri in tre giorni, praticamente quattro Gran Premi e due gare sprint. Vecchio, chi?

Haas. Sempre dietro: “Non è andato tutto liscio”, fa sapere Steiner. Più che altro la squadra fa notizia per la postazione del muretto: meno di due metri e solo tre seggiolini. Ma 250 mila dollari risparmiati da investire nello sviluppo dell’auto.

Alpha Tauri. Bene sul long run, meno nelle prestazioni. E da quanto scrive nei comunicati stampa, sembra sia l’unica a patire il caldo e il vento di Sakhir…

Williams. Sargeant si concentra sulla tenuta fisica, Albon sulla prestazione. Scoprendo che ovviamente “c’è lavoro da fare”. Va comunque meglio del 2022, quando l’auto di Latifi era andata a fuoco.

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