Equalizzazione dei motori, perché torna sull’agenda della Fia (e diventa una questione politica)

martedì 25 luglio 2023 · Politica
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È in programma a Spa un meeting della Commissione Formula 1 della Fia. In agenda: l’ennesimo intervento sul formato del weekend delle gare sprint, la delibera del piano per il divieto delle termocoperte, ma anche – secondo indiscrezioni che ha raccolto Motorsport Network a Budapest, un dibattimento sulla possibilità di un’equalizzazione delle prestazioni dei motori.

L’ultima volta che il tema era stato messo sul tavolo risale al 2017, quando il nome in difficoltà era l’Honda e invocava la manina dalla Federazione. Che attraverso un algoritmo preventivamente concordato con le squadre monitorava una serie di indici per stabilire quando fosse necessario intervenire. E che all’epoca comunque giudicò non ci fossero i presupposti per giustificare una sanatoria.

Ad oggi le unità V6 turbo della nuova generazione sono soggette comunque al vincolo del congelamento tecnico. Fatte salve ragioni di sicurezza, economia o affidabilità. Al di là di questi casi, a differenza di allora non è prevista alcuna clausola che permetta di deliberare una licenza per chiudere la forbice tra chi sa fare i motori e chi no.

Di qui il pressing della Renault che secondo le stime – non è chiaro di chi – paga tra 20 e 33 cavalli rispetto ai motori migliori e ha bisogno di una spinta per recuperare.

Sulla base del regolamento vigente, ammesso pure che dalla Commissione arrivi il via libera a valutare un provvedimento di equalizzazione, resta da capire in che misura e attraverso quali interventi.

Qui rischia di giocarsi una nuova battaglia politica, anche alla luce delle risultanze delle verifiche della Fia sul rispetto del tetto di spesa. Perché qualcuno potrebbe vendersi strategicamente un voto a favore in cambio di una linea più morbida degli avversari sulle presunte violazioni di cui si fa voce nel paddock.

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