Nuovi motori, meno rumore e aspettative a mille: dieci anni fa cominciava l’era turbo ibrida

domenica 28 gennaio 2024 · Amarcord
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Nuove soprattutto per motorizzazione, meno per aerodinamica, il 28 gennaio 2014 debuttano ai test di Jerez de la Frontera le macchine della rivoluzione ibrida a cui la Formula 1 ha lavorato per almeno quattro anni.

Il fascicolo tecnico ha fatto avanti e indietro più volte fra squadre e Fia, ma alla fine il compromesso s’è trovato: motori 1600, sei cilindri sovralimentati, angolo di bancata obbligatorio a 90 gradi, consumi controllati e tetto al regime di rotazione, rapporti del cambio fissi, potenziamento dei sistemi di recupero dell’energia dalle frenate e dal calore sviluppato dal motore, brake-by-wire, quindici centraline elettroniche dove prima ce n’era una soltanto.

Dice Ross Brawn, che all’epoca è ancora in Mercedes: “Prima o poi, i motori andavano cambiati. Saremmo diventati irrilevanti, i grandi costruttori non torneranno mai in Formula 1 per costruire un V8 che ormai è sorpassato”.

Ma Cosworth non raccoglie la sfida, in campo restano solo Ferrari, Mercedes e Renault, alle quali si aggiunge Honda dal 2015. Torneranno a sei i motoristi, solo dal 2026 quando rientrerà Ford e debutterà l’Audi.

Intanto, i vantaggi si azzerano, i bolidi non rombano più, fanno un sibilo strozzato. La platea populista e caciarona allora chiede più chiasso, in ossequio all’equazione primordiale e sensoriale secondo cui più rumore vuol dire più potenza, a dispetto del progresso tecnico in efficienza energetica, consumo e velocità massima. Così, la Fia deve chiedere a Mercedes un test con un terminale di scarico a forma di megafono, una vuvuzela per potenziare artificiosamente il rumore. Non funziona, una soluzione più consona per le esigenze acustiche dei puristi arriva nel 2016, la differenziazione del condotto d’uscita della turbina dal terminale della valvola wastegate.

Quanto ai risultati sportivi, il dato di fatto è che nell’era del V6 turbo una vera competizione non c’è mai stata: dal predominio della Mercedes, al predominio della Red Bull. La Ferrari s’è sempre giocata male le carte.

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