Aerodinamica, la caduta degli dei: adesso soffre anche la Red Bull

mercoledì 11 aprile 2012 · Tecnica
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Non è un caso, ma può diventarlo. Helmut Marko dopo la Malesia parlava a Servus TV e faceva il quadro sulla Red Bull che nel 2012 ha perso il vantaggio tecnico del biennio iridato: “Bisogna lavorare su più cose. Sappiamo le cause, ma non sono problemi che si risolvono subito“.

Non è un progetto da buttare, però la RB8 soffre per via di quello che Marko chiama “il problema tipico della Formula 1 moderna”. Ovvero: l’aerodinamica. Spiega: “La macchina decide per conto suo quando andare forte”.

Charlie Whiting a Melbourne confermava: “Oggi la miglior redditività del capitale in termini di tempo sul giro l’ottieni con l’aerodinamica. I progettisti l’hanno capito. Non è una questione di regole, è il risultato di come si è sviluppato lo sport”.

L’aerodinamica scava un abisso tra la Formula 1 e la produzione di serie. Ma è un campo su cui Red Bull e Adrian Newey hanno fatto scuola. La complicazione viene dalle modifiche tecniche che la Federazione ha varato per impedire che le squadre soffiassero con gli scarichi nel diffusore.

“La macchina del 2011 – spiega Newey – era progettata intorno al sistema di scarico. Quest’anno con le nuove regole sulla posizione degli sbocchi siamo dovuti tornare indietro“.

Red Bull paga anche l’arroganza del lancio ritardato della versione definitiva degli scarichi, nell’ultima giornata delle prove invernali. Marko è sincero: “I nostri guai sono iniziati lì, quando abbiamo potuto completare pochissimi giri“. Senza maturare confidenza sull’assetto.

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