Ferrari, il bilancio dopo Austin: il mistero della sospensione sfasciata e le accuse di Verstappen

martedì 5 novembre 2019 · Gran Premi
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Porta a casa il giro veloce che fa tanto morale come predica Elkann. Per il resto, la Ferrari con la trasferta in Texas torna indietro di due mesi nella tabella delle prestazioni di gara, a Budapest dove Vettel si era buscato un minuto di ritardo dal vertice.

Affidabilità, la prima tegola. Doppia. Prima il motore di Leclerc che si ferma nelle prove di sabato per una perdita d’olio, la squadra prima della qualifica deve metterne uno usato e forse impostare la modalità conservativa. Quindi l’episodio più grave, il cedimento improvviso sulla sospensione posteriore sinistra di Vettel.

Non è chiara la causa, il sospetto comunque va al panetto che la Fia ha messo nella notte alla curva 8 per dissuadere dalle escursioni. Vettel esclude di averlo preso. Piuttosto, ipotizza un danno pregresso che s’è propagato e che a suo dire spiega anche le difficoltà del via:

I was really struggling for grip, especially at right-handers. It was a very different car, so I asked the team if they had seen something or if something is broken. A couple of laps after that we had the failure. I assume that it must have been an issue before. I don’t know if it’s related to the track, but on the other hand we’ve done so many laps.

Allora l’altra ipotesi, le sconnessioni della pista, perché Austin per via degli assestamenti geologici quest’anno era peggio che Budapest, al punto che la Red Bull sospetta siano state proprio le irregolarità dell’asfalto a innescare la cricca nell’ala posteriore di Verstappen.

E poi c’è il capitolo delle regole, una probabile correlazione diretta tra le prestazioni e la ridefinizione della norma della Fia sul monitoraggio dei flussi. Binotto ovviamente nega: del resto, Vettel sabato stava solo 12 millesimi sopra la pole. Ma una frecciatina l’ha voluta mandare Hamilton, a mezze parole. Più esplicito è stato Verstappen dopo la gara, con Ziggo Sport:

That’s what happens when you stop cheating, of course. But yeah, they had a good look at it. So now we have to keep a close eye on it, of course.

Lui a differenza di Hamilton usa toni più forti. E quella parola che italiano vuol dire imbrogliare e barare. Intanto gli risponde Leclerc via Autosport: “Che sa lui? Non è del team”. Ma la Ferrari sta pure sentendo gli avvocati per capire se c’è margine per una causa civile.

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