
I dubbi, la crisi e la svolta verso la Ferrari: cos’è successo a Hamilton in due anni e mezzo di secca
domenica 7 luglio 2024 · Amarcord
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Il periodo di secca più lungo della carriera, 945 giorni tra la vittoria di Gedda nel 2021 e quella di Silverstone, due anni e mezzo prima di tornare in cima al podio:
There’s definitely been days between 2021 and here where I didn’t feel like I was good enough, or whether I was going to get back to where I am today. But the important thing is I had great people around me continuing to support me and my team, every time I turned up. And to see them putting in the effort, that really encouraged me to do the same thing. And otherwise my fans, when I see them around the world, they have been so supportive. So a big, big thank you to everybody back to the factory. Everyone here, I love you guys.
Tra Gedda e Silverstone c’è un’epoca sportiva di sofferenza agonistica che si apre con il primo titolo di Verstappen nel finale controverso di Abu Dhabi per un’interpretazione forzata delle regole da parte di Michael Masi, in funzione esclusiva dello spettacolo a scapito della serietà.
È una mazzata, Hamilton osserva un periodo di isolamento e silenzio lunghissimo che dura oltre tre mesi, esce dal letargo solo alla presentazione della nuova Mercedes, comunque giurando che al ritiro non ci abbia mai pensato.
L’auto presto si rivela un fallimento, il progetto ardito delle fiancate extra snelle si porta dietro una serie di guai, il porpoising soprattutto, dopo la rivoluzione che ha riproposto l’effetto suolo, al punto che Hamilton a Baku al traguardo ha la schiena a pezzi per via delle vibrazioni. Russell in qualche modo salva la stagione della squadra vincendo in Brasile, lui invece chiude il primo anno di carriera senza una coppa:
I feel like this year, when we got our first fifth, it felt like a win. When we got our first fourth, it felt like a win. When we got our first podium, it felt like a win, and those second places felt as if we really achieved something, so I’ll just hold on to those.
È già il 2023 e la Mercedes fatica ancora: affidabile e più stabile, comunque poco guidabile. Allora il reparto tecnico si rimette al tavolo da disegno, rivolta l’auto ma non c’è verso di rispondere alla Red Bull che vince tutte le gare meno una. Il Brasile, dove l’anno prima era stata doppietta, è il punto più basso della stagione, forse addirittura il più basso “in 13 anni di gare”, concede Toto Wolff.
L’inverno è il momento della frattura, Hamilton a cinque mesi appena dal rinnovo esercita una clausola di uscita e riapre alla Ferrari che l’aveva cercato in estate senza chiudere il contratto. Non c’è nel passato del mercato della Formula 1 un’operazione sportiva e commerciale di pari livello e pari impatto: il pilota più vincente di sempre che sulla soglia dei quarant’anni accetta di passare dalla squadra che l’ha condotto all’Olimpo, alla squadra che resta pure inarrivabile per appeal, ma non si aggiudica un titolo da sedici anni. “Questo si chiama coraggio”, commenta Button.