Calendario, l’ipotesi: due gare in Arabia Saudita, una in Africa (ma non subito)… e fuori Imola

giovedì 17 aprile 2025 · Politica
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C’era un piano dell’Arabia Saudita per mettere le mani sulla Formula 1, letteralmente, comprando lo sport da Liberty Media, e c’è un piano per prenderne possesso in modo indiretto, per esempio guadagnando visibilità attraverso l’apertura del campionato, quell’onore che ultimamente – pandemia a parte – è sempre toccato all’Australia o al Bahrain: “Ci piacerebbe”, ammette il principe saudita.

Non è tutto, perché la terra delle due sacre moschee cerca anche due sacri Gran Premi, uno a Gedda dove si corre dal 2021, e un altro a Qiddiya, vicino Riad, dentro quell’autodromo avveniristico e fantascientifico con un tratto sospeso in cielo a 70 metri d’altezza, dove si pensava di spostare la Formula 1 dal 2028 e dove invece, adesso, si intende raddoppiare l’evento. Sempre il principe, in un’intervista in cui parlava anche di comprarsi… una squadra:

Gedda e Riad sono due regioni diverse con due mercati diversi. E l’Arabia Saudita è un mercato molto grande. Ma sarà fattibile? E possiamo fare due gare in un calendario così complicato? Le squadre si lamentano per il numero di gare e comunque ce ne sono già quattro in Medio Oriente.

Perché i petrodollari comprano tutto, ma il campionato è iper congestionato con 24 gare in nove mesi. E la Formula 1 sta sempre cercando di rientrare anche in Africa, dove manca dagli anni Novanta: la vecchia Kyalami, Kigali in Ruanda, pure un circuito urbano a Città del Capo, un progetto a cui sta lavorando Tilke. A ogni modo, Stefano Domenicali aspetta garanzie che ancora non ha visto:

Ci vogliono investimenti di cui possa beneficiare il paese oltre la presenza della Formula 1, infrastrutture come strade, aeroporti e alberghi al di là di un circuito, e una base economica che possa supportare l’evento nel lungo termine.

La mannaia invece sembra già scesa per Imola, il cui contratto scade con la gara del 18 maggio, sebbene si fosse ipotizzato un prolungamento automatico di un anno in compensazione naturale della cancellazione per l’alluvione del 2023: “Ma – avvertiva Sticchi Damiani dell’Aci – non è una priorità”. Perché l’Italia, a differenza dell’Arabia Saudita, due gare all’anno non può permettersele.

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