Un caso: raddoppiare lo staff (e le spese) per correre fino a 25 Gran Premi in un anno

martedì 31 gennaio 2017 · Dal paddock
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Non solo tecnica e regolamenti sul taccuino di Ross Brawn. C’è un progetto ambizioso di estendere il campionato verso un limite a cui neanche Bernie Ecclestone s’è avvicinato, 25 Gran Premi in giro del mondo, plausibilmente sempre tra marzo e novembre, con la necessità di programmare un buon numero di eventi back-to-back senza la pausa di un weekend.

Non è una missione impossibile, il problema s’era posto già nel 2014 quando si parlava addirittura di fare un triple-header, tre gare in batteria nell’arco di tre week-end per infilare in calendario la corsa di Port Imperial che poi è tramontata.

Resta, come allora, il nodo del personale che deve spostarsi e oggettivamente ha bisogno di un periodo umanamente ragionevole per ricaricarsi. Dice Brawn:

There is a knee point where you need to join in with the teams to help them and support the extra number of races, because 20 or 21 is pretty tough on the crews and tough on the engineers, tough on everyone who travels.

But if you then set yourself up with two sets of crews and two sets of engineers and all the rest of it, which I believe is what NASCAR does, then you can do it.

Praticamente andrebbero formati due team, uno ufficiale, un altro di sostegno per la logistica e gli spostamenti. Oppure anche due staff equivalenti per coprire tutto il mondiale. Mentre la Manor chiude con milioni di debiti, la Sauber c’è andata vicina nel 2016, Force India per il 2017 chiede l’anticipo sui proventi dei diritti commerciali. I soldi per pagare altro personale e altre trasferte ce li hanno solamente i big.

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