Formula sprint, un prodotto ibrido e una “garetta tattica”. Le opinioni e l’ipotesi del grande slam

lunedì 19 luglio 2021 · Dal paddock
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Una qualifica che non è una qualifica, una gara che non è una gara, il primo esperimento della corsa sprint per la pole position è un prodotto ibrido che spacca paddock e forum.

Non un fallimento completo, comunque. Uno degli aspetti più validi lo metteva in evidenza Leclerc, la possibilità di gareggiare a serbatoi più scarichi, suppergiù 70 chili di benzina in meno rispetto alla partenza del Gran Premio:

It is a big, big difference. It’s very nice, I prefer to drive in those conditions. It makes me think about the refuelling a little bit because it just feels very, very good.

È un punto che citava anche Verstappen in conferenza stampa:

Yeah, you start the race on lower fuel and we really push these cars through the fast corners lap after lap so it is really hard on tyres. But it’s the same for everyone so we have to deal with it.

Per il resto, lui si schiera con quelli che vogliono la qualifica tradizionale. Perché in effetti, al di là degli episodi di Silverstone, il neo più grave è che la nuova qualifica si configura come “una garetta tattica – scriveva Alberto Sabbatini su Twitter – in cui la prima regola è non prendersi rischi”. Perciò alla fine Verstappen diceva:

It’s just a bit weird to hear that you’ve got pole because you are racing. I still think pole should be deserved over one fast lap. That for me is a proper pole.

La chiave la dava Wolff, bisogna trovare la giusta misura, eventualmente un bilanciamento fra gli eventi con la qualifica tradizionale e quelli con la gara sprint, una specie di grande slam per due o tre appuntamenti in calendario:

I don’t see that every race. I think that is too much randomness. If you see Checo spinning out and then retiring, last is not the place that Sergio Perez should be.

Il secondo esperimento è in programma a Monza, il terzo – pandemia permettendo – a Interlagos. Poi Liberty deve sentire squadre, sponsor e circuiti. E magari anche gli appassionati: “Dobbiamo pensare a loro”, diceva Domenicali. Appunto.

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